Un libricino di Madre Basilea Schlink (1904-2001), fondatrice della Comunità evangelica delle Sorelle di Maria a Darmstadt, Germania • © 1994 – Comunità evangelica delle Sorelle di Maria – POB 130129 – D-64241 Darmstadt • www.kanaan.org

Quando Dio
esce dal Suo silenzio


Indice

Quando Dio esce dal Suo silenzio

Chi è colpevole delle catastrofi?

Solo coincidenze?

Deve punire ancora di più?

Un movimento dello Spirito

Non paura, ma timore di Dio

"Le misericordie del Signore non sono finite"

Conoscere Dio Padre

L'adorazione che proviene dalla tribolazione

Che cosa conterà nella grande prova?

Quando Dio esce dal Suo silenzio

Più di 30 anni fa avvenne l'inaugurazione della Cappella "Gesù Chiama" a Canaan. Proprio per quella circostanza venne composta la rappresentazione sacra "Il tempo è vicino". Essa presentava scene di cristiani che affrontano le tentazioni del lassismo morale, del materialismo, del compromesso, dell'illusione. Un coro di angeli si intercalava con scene di adorazione per Dio, di appelli, e infine di lamenti per il dolore che i tini della malvagità umana traboccano (Gioele 4:13).

Signore, fino a quando aspetterai per instaurare il Tuo dominio?
Il momento non è ancora giunto?
Oh Signore, come sei umile! Ti svuoti della Tua potenza e permetti agli uomini di schernirti e disprezzarti, come allora, quando camminasti sulla terra…
Sì, Signore e Dio, Dominatore dell'universo!
I Tuoi giudizi sono giusti e veraci, poiché Tu sei amore e hai avuto pazienza.
Non vuoi che alcuno perisca, ma che tutti si ravvedano.
Hai avuto pazienza, amorevole Dio e Padre.
Avanza, eterno e potente Dio. Mostra chi Tu sei: un giudice per gli iniqui, ma per gli umili misericordioso e clemente.

Oggi, davanti ai nostri stessi occhi, Dio mostra chi Egli è. Per il Signore è giunta l'ora di uscire dal Suo silenzio e agire. Tutta la terra ne è testimone. Durante l'estate del 1993 è stato come se le cateratte del cielo si fossero aperte per non chiudersi più. Negli Stati Uniti una superficie equivalente alla Svizzera è rimasta allagata dai fiumi Mississippi e Missouri. La stampa parlava di un diluvio causato da una serie eccezionale di temporali. Sì, era veramente eccezionale, un cataclisma impossibile da prevedere. E dopo questo diluvio del secolo, diverse parti del mondo furono quasi incessantemente colpite da ulteriori disastri. Ecco solo alcuni esempi:

Gravi inondazioni, frane, smottamenti di terreno, con circa 7 milioni di senzatetto, in India, Nepal e Bangladesh.

Violenti temporali, inondazioni e diversi terremoti in Giappone, fra i quali uno eccezionalmente lungo, nel nordovest del paese, percepito fino in Russia e in Corea.

Enormi sciami di locuste hanno distrutto tutta la vegetazione in Africa e nella penisola araba. In Europa centrale un'invasione massiccia di larve del bombice dispari ha spogliato vaste regioni boschive, trasformando il paesaggio da estivo in invernale. In Venezuela una piaga di farfalle ha causato eruzioni cutanee e febbre alta.

Questa sequenza di calamità è così vistosa che anche i non credenti sentono che non è una cosa naturale. Molti trovano inquietante questo scatenarsi delle forze della natura, e hanno paura. Altri dicono: "Ci sono sempre stati dei disastri naturali…" Ma non si può negare che il loro numero ha subìto un aumento drammatico in tempi recenti. È un intervento dall'alto. È Dio stesso che agisce. La potenza, la frequenza e simultaneità delle catastrofi su tutta la terra sono senza precedenti. Stiamo sperimentando la grandezza e l'onnipotenza di Dio.

Una compagnia assicurativa svizzera che da 20 anni registra i danni causati dalle grandi catastrofi su tutta la terra, è giunta a questa conclusione: "Da cinque anni a questa parte le calamità naturali si sono fatte sempre più distruttive; rispetto agli anni precedenti la differenza è drammatica." Gli esperti di compagnie assicurative hanno solo una spiegazione per l'improvviso aumento dei danni: l'aumentata frequenza e intensità dei disastri naturali.

Così il susseguirsi di catastrofi causa un senso di angoscia e disperazione nella gente. I residenti della regione terremotata della California sono vissuti per parecchi giorni in uno stato di choc. Decine di migliaia di senzatetto vivevano all'aperto o in campi di tende. Di notte molti dormivano vestiti, sempre all'erta per il prossimo terremoto. Fino a gennaio, nell'area di Los Angeles sono state registrate più di 3000 scosse di assestamento, alcune delle quali di considerevole intensità.

Mentre in California la terra tremava, in vaste regioni degli Stati Uniti si registravano temperature polari. In molti stati il traffico rimase paralizzato e tutta l'attività economica si è fermata. Aeroporti, uffici governativi e scuole rimasero chiusi. In diverse zone mancò la corrente. Mentre scrivo (febbraio 1994) i mass media continuano a riferire di nuovi disastri che vanno da tempeste di neve con precipitazioni da record nell'Est a frane e smottamenti di fango in California, dove sui pendii la vegetazione distrutta dagli incendi dell'autunno 1993 è incapace di trattenere il terreno. Molte ville residenziali già toccate dal fuoco sprofondano nella melma.

Durante gli incendi boschivi dell'Australia, mentre l'inferno di fuoco si avvicinava a Sydney, un giornalista riferì: "Nella periferia non ha dormito nessuno. Tutti guardavano il muro di fuoco avvicinarsi." Forse uno degli aspetti più paurosi era l'incredibile velocità con cui le fiamme avanzavano. Si potevano osservare palle di fuoco che balzavano sopra le case. Ne lasciavano una intatta e scendevano su un'altra, consumandola completamente. Sovente, gli abitanti in fuga non avevano nemmeno il tempo di prendere con sé le cose essenziali o addirittura di mettere le scarpe: dovevano letteralmente fuggire per salvare la loro vita. Molti australiani hanno raccontato che, durante queste brevi ore, hanno visto le cose più terribili della loro vita. Alcuni non erano nemmeno in grado di parlare. Le loro storie si leggevano nei loro occhi, avevano visto troppo.

Sì, l'angoscia afferra molti da quando Dio è nuovamente uscito dal Suo silenzio. Egli interviene sempre in modo inaspettato. All'improvviso, in un batter d'occhio, lo spavento colpisce. Alcuni sono sorpresi nel sonno, altri davanti al televisore, altri ancora nella piscina… E nessuno è in grado di arrestare la calamità incombente: terremoto, tornado, fuoco, inondazione, freddo estremo o caldo torrido, siccità e di conseguenza carestia, piaghe di locuste e parassiti, che hanno caratteristiche quasi apocalittiche. Ogni volta i danni aumentano e gli effetti secondari sono inestimabili.

Nel suo commento su Los Angeles la stampa ha affermato che "il futuro della seconda città d'America e quello dei suoi cittadini è per sempre cambiato". E non è tutto. La regione aspetta da tempo un terremoto di intensità superiore, il "big one" che avrà conseguenze inimmaginabili. Affrontando direttamente la situazione, il direttore del Centro Sismologico osserva: "Siamo giunti a un punto in cui i nostri modelli prevedono un numero maggiore di sismi del tipo Northridge, o superiori, di quanti ne abbiamo avuti negli ultimi 150 anni."

Recentemente anche le autorità canadesi hanno avvertito la popolazione della possibilità di un terremoto. Dovrebbe colpire la costa occidentale del paese e avere proporzioni catastrofiche. L'isola di Vancouver si troverebbe direttamente nella zona minacciata. Ma nessuno sa quando esso colpirà.

In questi giorni l'eterno Dio si fa avanti mostrando la Sua potenza. C'è forse un rapporto tra questa rivelazione divina e l'arrogante sicurezza di sé dell'umanità che crede di poter salvare il pianeta da sola? Appena due anni fa, nel giugno del 1992, le Nazioni Unite sponsorizzarono un incontro a Rio de Janeiro per discutere sul futuro della Terra, una conferenza sull'inquinamento e lo sviluppo. Migliaia di partecipanti, compresi capi di governo, si incontrarono coscienti del fatto che sul nostro pianeta molte cose devono essere cambiate per assicurare il futuro della Terra. Nella sessione d'apertura si proclamarono le tipiche parole: "O salviamo tutta la Terra o nessuno si salverà. Credo che ci troviamo a una svolta della civiltà…"

Dio viene escluso dalla pianificazione. L'uomo si assume il colossale incarico di salvare il mondo dalla sua rovina. Ha la presunzione di avere ben presto ogni cosa sotto il suo controllo. È convinto di poter prevenire un'era di carestia; crede di essere in grado di limitare il ritmo delle nascite mediante la pianificazione familiare, e di ridurre la popolazione mondiale a dimensioni prestabilite, per mezzo dell'aborto e dell'eutanasia. Ha l'intenzione di distribuire le ricchezze della terra più equamente, di eliminare gli elementi di disturbo e intervenire nell'ordine della creazione. Egli vuole ridisegnare il mondo per far sorgere l'aurea era della felicità. E l'uomo si illude di aver quasi raggiunto la méta.

È vero che nel mondo ci sono stati dei cambiamenti, ma di genere molto diverso. È Dio che interviene. Egli non tace più, e nemmeno si limita a parlare: ora agisce. I cambiamenti si presentano prevalentemente sotto forma di disastri naturali; sono i giudizi di Dio sui peccati che oggi gridano fino al cielo.

Questi giudizi punitivi ci rivelano che siamo totalmente dipendenti da ciò che Dio fa. Qualsiasi cosa la Sua santa volontà metta in moto, l'uomo non è in grado di impedirla né con le parole né con quello che fa. Noi siamo degli esseri creati da Lui e non possiamo fare niente quando al comando di Dio la terra trema, i tornado sferzano una regione, le tempeste infuriano, fiumi e laghi rompono gli argini, quando freddo glaciale o caldo torrido dominano. Questa generazione, come nessun'altra, sperimenta chi è Dio, poiché Egli mostra oggi chi è:

Dio realizza prodezze che non comprendiamo. Dice infatti alla neve: "Cadi sulla terra"; e alle piogge dirotte: "Siate violente!" Sulla mano di ognuno pone un sigillo, perché tutti riconoscano la sua opera. (da Giobbe 37:5-7)

In mezzo a tutte le sofferenze, l'esperienza dell'azione di Dio è qualcosa di tremendo.

Chi è colpevole delle catastrofi?

Il prestigioso Los Angeles Times condusse un'inchiesta in luoghi di culto cattolici, protestanti, ebraici e musulmani. "Il terremoto è un segno dell'ira di Dio?" Ecco i risultati: la maggior parte del clero "assolve l'Onnipotente dalla colpa" dei disastri naturali. Nella sua presunzione l'uomo "assolve" Dio dalla "colpa" dei disastri, ma questa assoluzione serve solo a lui stesso, per affermare che non ha bisogno di essere corretto e che non merita punizione.

Ma Dio dichiara nella Sua Parola:

Ecco, sto per far venire una sciagura su questo luogo e su coloro che lo abitano poiché essi mi hanno abbandonato e hanno bruciato aromi agli altri dèi, così da provocarmi a sdegno con tutte le opere delle loro mani. La mia collera si è accesa contro questo luogo e non si spegnerà. (da 2 Re 22:16-17)

Dio interviene tramite disastri naturali, e sono i nostri peccati che provocano la Sua ira:

Guardati dal dimenticare il Signore… Temerai il Signore tuo Dio, lo servirai… Non seguirete altri dèi… perché il Signore tuo Dio, che sta in mezzo a te, è un Dio geloso; che non si accenda l'ira del Signore tuo Dio e ti faccia scomparire dalla faccia della terra. (Deuteronomio 6:12-13,15)

Nel Salmo 2 leggiamo ciò che accade quando le nazioni e i loro governanti si ribellano contro di Lui:

Perché si son mobilitate le genti e i popoli fan vani progetti? S'accampano i re della terra e i potenti hanno fatto alleanza contro il Signore e il suo consacrato: «Spezziamo le loro catene e il loro giogo gettiamo via da noi!». Colui che siede nei cieli se ne ride, il Signore si fa beffe di loro. Allora parlerà nella sua ira, nel suo sdegno li metterà in scompiglio. (Salmo 2:1-5)

Dopo che Israele aveva peccato e si era allontanato da Dio, il profeta Isaia proclama questo giudizio:

Non è forse il Signore, contro il quale abbiamo peccato? Non si volle camminare nelle sue vie e non si osservò la sua legge. Allora egli riversò su di lui l'ardore della sua ira e la violenza della guerra: questa divampò intorno a lui senza che egli se ne accorgesse, lo consumò senza che vi facesse attenzione. (Isaia 42:24-25)

In termini simili riferisce il giudizio divino sull'Assiria:

Ecco, il nome del Signore viene da lontano, ardente è la sua ira, pesante il suo carico; le sue labbra sono piene di furore, la sua lingua è come un fuoco divorante. Il suo soffio è come un torrente straripante che giunge fino al collo, per vagliare le nazioni con un vaglio annientatore, e con un freno insidioso posto nelle mascelle dei popoli. (Isaia 30:27-28)

Molti secoli più tardi l'apostolo Paolo scrisse alla chiesa di Roma come se vedesse già i molti peccati tipici dei nostri giorni:

L'ira di Dio si manifesta dal cielo sopra ogni empietà e malvagità di quegli uomini che soffocano la verità nell'ingiustizia. (Romani 1:18)

Se approfittiamo della pazienza di Dio per persistere nel peccato, veniamo ammoniti:

Per mezzo della tua durezza e della tua coscienza inaccessibile al pentimento, tu ammassi per te un tesoro di collera per il giorno dell'ira e della rivelazione della giustizia giudicatrice di Dio. (Romani 2:5)

Uscendo oggi dal Suo silenzio, Dio ci fa sentire come è la Sua ira. Dobbiamo forse sorprenderci che la furia dell'Onnipotente si infiammi contro di noi?

In nessun'altra epoca l'eterno Dio è stato così vergognosamente schernito e sfacciatamente degradato come negli ultimi decenni. Chiunque insulti Allah o Maometto richiama su di sé l'imposizione della pena di morte islamica e la persecuzione a livello mondiale. È stato il caso degli autori Salman Rushdie e Rachid Mimouni. Mentre niente accade a chiunque diffama il Dio onnipotente attribuendogli orribili peccati e usandolo come pretesto per le più inimmaginabili perversioni. Anzi, i blasfemi più disgustosi vengono giustificati e perfino premiati con il mito della "libertà d'espressione artistica".

La nostra generazione sta rendendosi gravemente colpevole davanti al Dio vivente. Perfino in congressi e pubblicazioni cosiddette cristiane si possono trovare scherni e bestemmie contro il nostro Signore. Ieri appena è stato teologicamente dichiarato morto, oggi viene incolpato di tutti i mali del mondo. Negli spettacoli viene ridicolizzato mostrandolo come un vecchio senza più alcuna forza, un essere a cui il mondo sta sfuggendo dalle mani. Egli viene deriso e rappresentato come un assetato di sangue – altrimenti non avrebbe permesso la crocifissione del Suo proprio Figlio. Milioni hanno già riso di Gesù, il Superstar circondato da ballerine seminude. E anche se viene preso sul serio, Gli si nega comunque la divinità. Nelle scuole e talvolta anche nelle lezioni di catechismo si insegna che l'universo non è stato creato da Dio – siamo tutti un prodotto delle forze del caso. Satana, l'avversario di Dio, viene oggi scelto da molti quale idolo. Essi lo acclamano e si affidano a lui, offrendogli perfino sacrifici umani…

Di fronte a queste cose Dio ha finora taciuto. Non dimenticherò mai quel tempo della mia vita, erano gli anni '70, quando il peccato iniziò a dilagare nel nostro mondo come un'inondazione. Una domanda mi tormentava: Perché Dio non interviene, visto che Egli è Dio e tutta la potenza è Sua? Ora si apre una nuova era: l'eterno Dio agisce, e noi esseri umani non possiamo più a lungo facilmente ignorarlo.

Solo coincidenze?

Chi può negare il rapporto che c'è tra le terribili catastrofi naturali e i peccati della nostra generazione? In alcuni posti la situazione è più che evidente. I Monti Azzurri, noti per la loro lunga tradizione di stregoneria e occultismo, sono stati fra le regioni più devastate dai violenti incendi dei boschi australiani.

In questi giudizi premonitori possiamo percepire qualcosa della santità di Dio:

Il suo furore divampa come un fuoco e le rocce si sgretolano davanti a lui… Il Signore… stermina chi insorge contro di lui, perseguita i suoi nemici fin nelle tenebre! Non sorgeranno due volte i suoi avversari, ma saranno distrutti fino alle fondamenta. (da Naum 1:6-10)

Egli perseguita i Suoi nemici. Vigorosi colpi di vento spingevano il muro di fuoco su un fronte di costa di 800 chilometri, con fiamme alte fino a 70 metri. Le fiamme hanno toccato diversi quartieri della periferia di Sydney, la città che ha acquistato una trista fama internazionale per l'annuale corteo lesbico-omosessuale del martedì grasso, dove Dio e i Suoi comandamenti vengono vergognosamente derisi. Durante una tale parata, un parlamentare timorato di Dio che si è sempre impegnato per restaurare lo spirito dei comandamenti divini, è stato odiosamente schernito e minacciato di morte. Una grande caricatura di cartapesta che raffigurava la sua testa in un piatto fece il giro delle strade della città, per mostrare ciò che devono aspettarsi coloro che osano chiamare il peccato per nome.

Anche la Francia meridionale viene colpita quasi ogni anno da tempeste di fuoco. Il sud della Francia è conosciuto da secoli come una delle regioni d'Europa più dedite all'occultismo.

Nemmeno in California l'ira di Dio è scesa in modo casuale. L'epicentro del recente terremoto era situato a Northridge, nella valle di San Fernando. Dopo anni di approfondite ricerche i geologi californiani credevano di conoscere tutte le faglie, cioè le zone di perturbazioni geologiche, di questa regione, e di avere la situazione sotto controllo. Era stato disposto un vasto sistema di sensori sotterranei per essere in grado di individuare anticipatamente un eventuale sisma. Ma all'improvviso, senza alcun segnale premonitore, un sisma si generò in una faglia non ancora individuata. Per un'intera settimana i mass media evitarono di menzionare che il terremoto aveva colpito il centro dell'industria porno-video americana!

A Northridge e in due località vicine, pressoché sopra la faglia, si trovarono quasi 70 società che producevano più del 95 percento dei circa 1400 videofilm pornografici fatti annualmente negli Stati Uniti. Quest'intera industria fu severamente colpita. Equipaggiamenti costosi, telecamere, master e macchine per la duplicazione, anche archivi, liste di clienti, ordinazioni e altri documenti commerciali, tutto era sepolto sotto le macerie.

"Terremoto scuote industria pornografica" era il titolo di un articolo che diceva: "Volontà di Dio o no, senza alcun dubbio la devastazione della Sodoma-video californiana è stata apocalittica… Tutte le ditte, senza eccezione, hanno subìto seri danni, diverse sono addirittura ferme." Altre fonti confermano che virtualmente tutti gli studi e gli edifici commerciali dei maggiori produttori e distributori americani di videofilm pornografici sono stati danneggiati.

Nessuno può immaginare la misura di sudiciume osceno, seduzione, distruzione della fantasia e avvelenamento dell'anima offerti a milioni di persone, specialmente giovani, come un "calice venefico" prodotto in questa regione. Forse la "grande prostituta" la grande Babilonia, madre delle meretrici, con la coppa d'oro ricolma di abominazioni e impurità (Apocalisse 17) aveva una roccaforte in questo luogo. Per creare queste produzioni pornografiche si sono praticati i peccati più incredibilmente malvagi di sesso perverso, coinvolgendo anche ragazzi e bambini. E Dio ha taciuto.

Ma ora non più! Oggi Dio esce dal Suo silenzio!

Un pilota che ha fatto voli di ricognizione sulla regione colpita rimase stupefatto alla visione dell'incredibile distruzione: edifici crollati, un autosilo raso al suolo… Poco tempo dopo il terremoto un commentatore radiofonico descrisse un grande centro d'acquisti di Northridge come "città fantasma". Tutto era chiuso da una rete per impedirne l'accesso. Dei pullman portavano i turisti a fare un giro panoramico per fotografare le macerie. Nessuno aveva mai visto qualcosa del genere.

Questo ci ricorda la visione profetica di Giovanni in Apocalisse 14 e 18 sul futuro. Alla fine dei tempi un angelo scenderà dal cielo con grande autorità e annuncerà con potente voce:

È caduta, è caduta Babilonia, la grande!… Allora i re della terra… piangeranno e faranno lamento per lei al contemplare il fumo del suo incendio; e da lontano, perché presi dal terrore del suo supplizio, diranno: «Guai, guai, o città grande, o Babilonia, città potente, ché in un momento è giunto il tuo castigo!» E i mercanti della terra piangono e fanno lamento su di lei, perché nessuno più compra la loro merce. (Apocalisse 18:2,9-11)

Northridge può esser stato un segno premonitore di quello che avverrà quando il Signore inizierà a distruggere coloro che distruggono la terra (Apocalisse 11:18). Sta anche scritto: "Davanti al suo sdegno trema la terra" (Geremia 10:10), e "Sopra di loro io riverserò, simile ad una piena, il mio furore" (Osea 5:10).

Chi vuole mettere in dubbio che in questi eventi abbiamo a che fare con Dio? Chi sarebbe in grado, con la sua parola, di sprigionare le forze della terra e causare un terremoto o distruggere intere regioni per mezzo dell'acqua o di tornado? E se consideriamo la regione orientale degli Stati Uniti, toccata diverse volte da un'intensa ondata di gelo, non scorgiamo forse il Signore all'opera?

Dal meridione prorompe la tempesta e dal settentrione il freddo. Al soffio di Dio si forma il ghiaccio e la distesa delle acque si congela. Carica di umidità le nuvole e le nubi ne diffondono le folgori. Egli le fa vagare dappertutto secondo i suoi consigli, perché compiano quanto comanda loro su tutto l'universo. Le manda o per castigo della terra o in segno di bontà. (Giobbe 37:9-13)

Questo medesimo Dio riporta ora nei suoi limiti l'uomo che osa innalzare se stesso al di sopra del suo Creatore. I progetti della sapienza umana vengono annientati in un attimo. Non aveva appena discusso e proposto come salvare la nostra "Madre Terra"? Già da alcuni anni, in diversi paesi, sono state preparate, e in parte varate, delle leggi che vanno in questa direzione.

Negli USA è entrata in vigore una legge radicale sulla protezione delle specie in pericolo d'estinzione. In essa il governo è il solo a decidere il destino delle aree in cui si trovano le suddette specie. Così, senza considerare gli interessi dei proprietari, l'autorità può dichiarare "protette" delle zone particolari, e imporre limitazioni riguardo, ad esempio, all'agricoltura, all'abitabilità e agibilità. Ci sono casi di persone obbligate a lasciare il lavoro e la loro proprietà a causa della presenza di una specie particolare di gufo o di tartaruga. In altri casi dei bacini d'acqua, ruscelli o fiumi sono stati dichiarati protetti e il loro uso proibito per non disturbare una specie di pesci. Ci sono ancora ulteriori casi. Anche in altri paesi vengono ora introdotte restrizioni simili.

Una fonte afferma che secondo il decreto federale per le zone umide, fino al 60 percento del territorio degli USA può essere dichiarato "umido". Come la legge sulla protezione delle specie in via d'estinzione, anche questo decreto permette al governo di limitare o impedire l'uso di un terreno, senza obbligo di compensare il proprietario.

Ma Dio ha stabilito altri "territori umidi". Non molti mesi fa, in diversi stati degli USA, moltissimi si sono trovati dinanzi alla realtà di un Dio onnipotente, santo ed eccelso, davanti alla Cui maestà l'uomo ammutolisce. Sottoposta a piogge torrenziali durante diversi giorni, la gente poteva percepire la potenza del Creatore dei cieli e della terra, l'unico in grado di "riversare gli otri del cielo" (Giobbe 38:37). Le acque del Mississippi e del Missouri crescevano a dismisura. Malgrado gli sforzi sovrumani per impedire lo straripamento, gli argini si rompevano. Il granaio dell'America era inondato. La zona veniva evacuata man mano che l'acqua avanzava e copriva case, campi, pascoli e bestiame.

Dio si manifesta nella Sua maestà. Nessuno è in grado di sondarlo. Come dice la Scrittura:

Conosci forse le leggi del cielo e determini tu i loro influssi sulla terra? Puoi tu dar ordini alle nubi, perché una massa d'acqua ti inondi? Scagli tu i fulmini e partono, dicendoti: "Eccoci"? (Giobbe 38:33-35)

Tutte queste cose le fa il Dio vivente, di cui sta scritto:

Egli parlò e fu fatto, egli comandò ed esso uscì fuori. (Salmo 33:9)

Deve punire ancora di più?

Alla caduta di Babilonia, "i mercanti della terra piangono e fanno lamento… perché nessuno compra più la loro merce" (Apocalisse 18:11). I mercanti di oggi prenderanno sul serio il giudizio divino che ha colpito l'industria pornografica di Northridge? Poco dopo il terremoto, l'amministratore di una ditta che vende videocassette, giornali e aggeggi sessuali, ha commentato: "I fanatici religiosi crederanno che Dio ha agito così per dirci ‘Ehi! smettetela con questa porcheria!’" Un direttore che lavora per diversi studi di Northridge ha osservato: "Potete immaginarvi come [i fondamentalisti] si precipiteranno appena la polvere sarà scesa?… Diranno che è il castigo di Dio, la Sua personale distruzione della più malvagia città d'America." In uno spettacolo televisivo un comico imitò Dio: teneva Los Angeles nel palmo della Sua mano e la scuoteva con violenza, poi chiedeva: "Fanno ancora quei film porno a Los Angeles?" E poi la sua battuta: "Dio dev'essere arrabbiato."

Cosa deve ancora mandarci il Signore per finalmente risvegliarci? Si sperava molto che la città di Sydney avrebbe cancellato almeno il corteo del martedì grasso, quello del carnevale omosessuale. Ma l'umanità sembra decisa a continuare a vivere nei propri piaceri peccaminosi per dispetto: "Quel che Dio non ci permette, adesso lo vogliamo proprio fare!"

Così il corteo di quest'anno fu particolarmente imponente, con 3500 partecipanti attivi e più di 130 carri. Venne perfino trasmesso alla televisione nazionale durante le ore di maggior audience; è disponibile anche in una videocassetta di 3 ore. La massiccia protesta contro la trasmissione, compresa una petizione firmata da quasi 90 parlamentari federali e le migliaia di chiamate telefoniche alla società televisiva australiana vennero ignorate. Si apprese pure che degli omosessuali praticanti erano stati impiegati per la produzione di questo programma speciale.

Secondo la stampa una massa di 600'000 persone si affollò nel centro cittadino per assistere all'indecente esibizione di corrotta sessualità. Molti avevano portato con sé i loro bambini. Un carro che chiedeva la legalizzazione dei matrimoni omosessuali mostrava una cerimonia nuziale condotta da un "sacerdote". Altri omosessuali erano vestiti da suore. Un gruppo di lesbiche vestite da spose chiedeva il "diritto al giorno delle nozze". Due parlamentari cristiani che difendono pubblicamente i comandamenti di Dio, vennero messi in ridicolo. L'eccessiva rappresentazione di oscenità e quasi totale nudità ci impedisce di entrare in maggiori dettagli. Il commentatore televisivo osservò comunque a più riprese quali professioni rispettabili erano rappresentate al corteo.

Questo avvenne poche settimane dopo i disastrosi incendi. Già allora, mentre le fiamme devastavano, un ministro di culto australiano predicò:

Se gridiamo a Dio per ottenere misericordia, riconosciamo… che Egli ha veramente la situazione sotto controllo, o perlomeno che è in grado di intervenire… e ammettiamo che in quel momento Egli non appare misericordioso nei nostri confronti, ma piuttosto che ci affligge col Suo giudizio… Possiamo dire al Signore "Basta! Ne abbiamo avuto abbastanza!" Ma allora dobbiamo essere disposti – come Chiesa e come Stato – ad ascoltare la Sua risposta a noi: "BASTA! Ne ho abbastanza!"

…Quando abbiamo un governo… che prende decisioni a favore dell'immoralità e contro la verità rivelata nella Bibbia,… che deride la Parola di Dio e cerca di far tacere la testimonianza dei credenti,… non siamo forse maturi per i giudizi del Dio onnipotente?

Ma il Signore aspetta ancora il nostro ravvedimento:

Se chiuderò il cielo e non vi sarà pioggia, se ordinerò alle cavallette di divorare il paese, se invierò la peste fra il mio popolo (o se manderò il fuoco, terremoti, inondazioni e catastrofi economiche…), se il mio popolo, sul quale è stato invocato il mio Nome, si umilia, prega e ricerca il mio volto e si converte dalle sue vie malvagie, io ascolterò dal cielo, perdonerò il suo peccato e risanerò la sua campagna. (2 Cronache 7:13-14)

Chi ascolta la voce di Dio? Dopo il terremoto di Northridge un pastore americano scrisse:

"Orsù, le gesta del Signore osservate, poiché desolazione sparge sulla terra" (Salmo 46:9). Queste devastazioni sono chiamate "gesta del Signore". Esse sono permesse dalla Sua volontà per portarci a ravvedimento e dipendere da Lui. "Chi possiede la conoscenza dell'impeto della tua ira? E chi ha il timore della violenza del tuo sdegno?" (Salmo 90:11).

Molti sono capaci di rifugiarsi nella seduzione del peccato mentre molti altri connazionali sono duramente colpiti da disastri naturali. Secondo un sondaggio, il 60 percento del pubblico americano ha seguito il processo a Lorena Bobbitt, trasmesso in diretta nei giorni del terremoto e dell'ondata di gelo. La stampa ha concluso che ogni altra cosa impallidiva a confronto di uno scandaloso dramma sessuale-coniugale . In questo modo la gente viene distratta mentre il sacro sdegno divino scende sulla nazione.

Deve forse Dio punirci ancora più severamente? Deve aumentare la potenza dei Suoi giudizi preliminari? Siamo veramente una generazione indurita! Appena le forze della natura si sono calmate, appena le inondazioni si sono ritirate, le fiamme degli incendi estinte, ecco l'uomo rialzare il capo per dimostrare che niente lo può piegare. Egli non vuole permettere a nessuno, nemmeno a Dio, di negargli "la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi" (1 Giovanni 2:16) e una vita superba.

Oggi si sta già delineando l'atteggiamento preannunciato nell'Apocalisse: coloro che non periranno nei giudizi divini degli ultimi tempi non si pentiranno né si ravvedranno dei loro peccati (Apocalisse 9:20-21). L'apostolo Giovanni vide nello spirito che perfino coloro che sono direttamente toccati dalle catastrofi non si fermano a riflettere, ma si ribellano contro il Dio che ha autorità sopra queste piaghe. Essi bestemmiano il Suo nome e rifiutano di dargli gloria (Apocalisse 16:9).

Già in passato il profeta Geremia espresse questo lamento:

Li hai percossi, ma non si affliggono, li hai distrutti! Han rifiutato di accettare la correzione, hanno indurito la loro faccia più che la pietra, hanno ricusato di ritornare!

Il Signore disse: "Perché dovrei perdonarti? I figli tuoi mi hanno abbandonato. Io li ho saziati, ma hanno adulterato e nella casa della meretrice si incidono. Stalloni pasciuti e ardenti essi sono, ognuno alla donna del suo amico nitrisce. Per queste cose non dovrei punire?" (da Geremia 5:3-9)

Un movimento dello Spirito

Quando nel gennaio 1994 infuriavano gli incendi nei boschi australiani e in seguito ci giunsero le notizie dalla California colpita dal terremoto, fui spinta con tale forza alla preghiera, giorno e notte, da esserne quasi consumata. I giudizi punitivi di Dio cadevano sugli uomini, e io sapevo che ne avevamo bisogno. Dovevano arrivare! Eppure gli uomini che si trovavano nelle regioni colpite mi facevano una compassione infinita. Imploravo aiuto, salvezza, protezione per loro, ma anche la grazia del ravvedimento.

Se soltanto l'ira di Dio potesse portare al ravvedimento e dare inizio a un movimento di pentimento! Dovrebbe esser questa la nostra risposta ai Suoi giudizi. Solo allora la Sua ira potrebbe attenuarsi. Sentivo la santa e profonda sofferenza di Dio; era come un grido in me: Se il Signore è costretto ad adirarsi e giudicare così severamente, non possiamo trascurare la Sua sofferenza, anzi, vogliamo condividerla. Vogliamo soffrire con quanti sono colpiti, amarli e umiliarci con loro sotto il giudizio divino. Se noi ancora siamo stati risparmiati, non vogliamo dimenticare gli altri, ma intercedere per loro e cogliere, nella loro sventura, un monito. Poiché proprio in tali momenti di sofferenza Egli chiama ognuno di noi: Ravvediti! Pentiti! Ritorna a Me! Ti sto aspettando! Tutto deve diventare nuovo. Io farò nuove tutte le cose.

Dopo ogni sciagura il Cielo aspetta che gli uomini, scossi dalle punizioni divine, odano l'ammonizione: Svegliatevi, su, svegliatevi! Questa prova proviene dal Dio onnipotente; Egli potrebbe far venire su di voi cose ben più pesanti se non vi ravvedete!

Ma Dio aspetta un cambiamento interiore profondo e un ravvedimento non soltanto nelle regioni colpite, ma particolarmente in noi, Suoi figli. Noi credenti dovremmo identificarci con i sofferenti, come se fossimo stati colpiti personalmente; dovremmo procedere con preghiera e pentimento. Noi tutti, in una qualche maniera, abbiamo contribuito al tramonto dei nostri paesi, alla decadenza morale della società, alla "caduta del Sinai" anche se soltanto per indifferenza. E Dio Padre, per mezzo delle Sue punizioni e correzioni, vuole attirare al Suo cuore ognuno di noi che si è allontanato da Lui ed è diventato tiepido. Egli ci chiama a umiliarci davanti a Lui, a chiedergli perdono, a pentirci e a comunicare agli altri uno spirito di pentimento e di ravvedimento.

Noi non possiamo far altro che abbassarci nella polvere a causa dei nostri peccati, e soffrire con Dio Padre, l'Amore eterno. Ogni persona che ora piange perché Dio deve castigare in modo così severo, ogni persona che ama il suo Paese e il suo popolo è chiamata al pentimento. Dovremmo essere afferrati da questa realtà: Dio è uscito dal Suo silenzio, la Sua ira è caduta su di noi – è giunto il momento per un grande ravvedimento, così che anche la Sua misericordia potrà riversarsi, come mai prima d'ora. Sfrutteremo quest'opportunità?

Ravvedetevi! Questo è il richiamo del presente.
Ravvedetevi, altrimenti l'ira di Dio si riverserà sempre di più su tutte le nazioni!

Oh paese, paese, paese, ascolta la voce del Signore!
Voi uomini date retta al Suo furore.
Ravvedetevi, finché c'è tempo, per non esser portati via anche voi
e affinché il vostro Paese non venga distrutto dai Suoi tremendi giudizi.

In coda a un servizio televisivo che presentava il terremoto nella regione di Los Angeles e una panoramica delle catastrofi naturali degli ultimi cinque anni, il direttore di una stazione televisiva cristiana, dott. Pat Robertson, si rivolse al popolo americano in questi termini:

Il mio cuore è pieno di compassione per le vittime delle catastrofi naturali, che spesso domandano un tributo di vittime innocenti. Eppure vorrei dire questo sul nostro Paese: In America abbiamo assassinato 30 milioni di bambini innocenti non ancora nati, abbiamo affermato che era un nostro diritto costituzionale. Dalle scuole abbiamo bandito la preghiera e la lettura della Bibbia, e ne abbiamo fatto un covo di violenza e occultismo. L'adulterio e la promiscuità stanno prendendo il sopravvento. E ciò che Dio proclama essere un'abominazione – l'omosessualità e il lesbismo – oggi non solo viene permesso, ma coloro che li praticano vengono protetti dalla legge come una classe privilegiata. Studenti americani vengono istruiti nell'omosessualità per immunizzarli da "pregiudizi anti-omosessuali"…

La nostra nazione è entrata in un'era pericolosa. La ribellione contro Dio accumulata negli ultimi 30 anni comincia a ritorcersi contro di noi. La struttura di base della nostra società sta crollando – crimini, droga, delinquenza giovanile… Ma non solo questo: nella Sua creazione, Dio non si rivela più quale nostro amico, ma è diventato in un certo senso nostro nemico, poiché Lo abbiamo offeso.

Dio sa come preservare i Suoi in queste calamità. Egli ama la nostra nazione, e manda queste catastrofi a guisa di avvertimento. Se noi non vogliamo renderci conto di quanto succede, allora disgrazie sempre più gravi seguiranno…

Amici, se ora non facciamo nulla per migliorarci, l'ira e il giudizio di Dio saranno garantiti su questo Paese. Ma possiamo ravvederci e tornare a Dio, possiamo rinunciare alle nostre vie malvagie, possiamo gridare a Lui e implorarlo: "Oh Dio, guarisci e purifica questo Paese"…

Finché non c'è ravvedimento, fino a quando la tremenda vita di peccato marca le nostre nazioni, nemmeno le gravi catastrofi naturali avranno termine; al contrario: aumenteranno ancora. Un'agenzia di stampa ha osato scrivere: "Sembra quasi che la California meridionale sia terra maledetta." E una geofisica dell'Istituto di misurazioni geologiche di Pasadena, California, è dell'opinione che la regione debba aspettarsi "almeno cinque altre scosse dell'intensità del terremoto di Northridge" che ha raggiunto 6,6 gradi sulla scala Richter. Un'altra possibilità è che "ci sarà un terremoto molto più intenso", da 7,5 a 8 gradi. "E una sola scossa dell'8° grado libera l'energia di 30 terremoti del 7° grado."

Dio non si lascia deridere. Egli porrà limiti alle forze della natura solo quando un numero sufficiente di persone si sarà ravveduto dalla vita di peccato per gettarsi ai Suoi piedi. Agli occhi di Dio questi sono i "giusti" – coloro che vedono la finalità dei Suoi giudizi e che riconoscono di essere colpevoli. Per amore di un piccolo numero di giusti il Signore potrebbe forse accordarci clemenza, come promise un giorno ad Abramo:

Se a Sodoma troverò cinquanta giusti nell'ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutta la città. (Genesi 18:26)

Non possiamo sfuggire a Dio. Quando il torchio è pieno e i tini traboccano per la vastità della perversione degli uomini (Gioele 4:13), il giorno della Sua ira giungerà su tutta la terra. Per la maggior parte di essi non ci sarà più possibilità di ravvedimento. Per ogni singolo la risposta data ai giudizi premonitori di Dio contribuirà a decidere se e in quale misura egli verrà colpito un giorno dal giudizio definitivo di Dio.

Non è ancora troppo tardi, poiché Dio ancora "usa pazienza verso di noi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi" (2 Pietro 3:9).

Effettivamente nelle regioni colpite è possibile percepire anche qualcosa di diverso da ribellione e indurimento. Qua e là comincia a penetrare un senso di risveglio interiore. "Il freddo, le inondazioni, il fuoco… Dio ha qualcosa da dirci" disse un uomo di San Fernando. E una donna di Pacoima: "Dio cerca di farci riflettere su quanto abbiamo fatto e su come ci comportiamo. Siamo tutti peccatori. Dio ci manda un avvertimento." Un pastore battista di Los Angeles, la cui chiesa è stata gravemente danneggiata: "Così tanti si sono allontanati dal Signore e hanno voltato le spalle a Dio, che il Signore ci ha mandato una catastrofe naturale per riportarci tutti insieme a Lui." Uno studente 21enne di Sylmar, intervistato da un giornale dopo il grave terremoto, testimonia: "Questa esperienza mi ha reso umile. Mi ha mostrato chi è Dio, quanto Lui sia potente e come io sono piccolo."

Una coppia di immigrati coreani ha perso la casa negli incendi del novembre 1993 e la ditta nel terremoto del gennaio 1994; dopo questi interventi divini i beni materiali non sono più così importanti per loro. La donna diceva: "Ero soltanto una cristiana formale. Ma spero che per tutta la mia famiglia questo sia il momento di svolta per appoggiarci maggiormente a Dio." Un alto funzionario del governo si è espresso in questi termini: "Questi eventi non li chiamiamo più catastrofi – parliamo di piaghe." Si riferiva espressamente alle piaghe dell'antico Egitto. In quei giorni Dio punì il faraone per il suo indurimento e il popolo egiziano, perché, non volendo lasciar partire Israele, si erano opposti alla volontà di Dio (v. Esodo 7-12).

Davanti ai disastrosi incendi nei boschi australiani, il primo ministro dello stato del Nuovo Galles del Sud non ha soltanto fatto appello alla preghiera, ma personalmente ha pregato in pubblico. Anche tanti non credenti hanno cercato rifugio nella preghiera. La stampa secolare riferiva che dopo il terremoto californiano molti hanno iniziato a implorare Dio. Dove le chiese erano state distrutte la folla si riuniva nelle palestre e nelle tende. A migliaia si riunivano per ringraziare in ginocchio per quanto avevano potuto salvare, e attingevano nuova forza per la loro vita quotidiana scossa dalla catastrofe. Alcuni amici ci hanno riferito che in tutta la regione si poteva percepire un forte desiderio di rivolgersi a Dio.

Oggi possiamo ancora sperimentare che il Signore è il Misericordioso verso chi si pente. Ma poiché ora Dio è uscito dal Suo silenzio e agisce, dobbiamo supporre che non c'è tempo da perdere per lasciarsi salvare, prima che "si manifesterà il Signore Gesù dal cielo con gli angeli della sua potenza in un fuoco ardente, a far vendetta di quanti non conoscono Dio e non obbediscono al vangelo del Signore Gesù. Costoro saranno castigati con una rovina eterna" (2 Tessalonicesi 1:7-9).

Non paura, ma timore di Dio

Appena il Signore stende la Sua mano, paura e terrore assalgono gli uomini. Ma questa volta non è solo un popolo che viene colpito – le afflizioni divine si diffondono su estese regioni della terra e sembrano non aver fine. Se ne potrebbero elencare molte. E Colui che agisce è l'eterno Dio, un fuoco divorante (v. Deuteronomio 4:24 ed Ebrei 12:29). Imparerà finalmente la nostra generazione a temere il Dio santo come si conviene, ora che Egli dimostra sempre più la Sua potenza mandando sulla terra grandi castighi cui nessuno può scampare?

Le sofferenze che ci colpiscono con i giudizi ammonitori dovrebbero portarci a temere, non la morte, ma il Dio vivente. Egli aspetta che la nostra paura delle catastrofi naturali si trasformi in timore di Dio; timore e riverenza davanti all'Eterno dal quale siamo stati creati. Sia che siamo già stati colpiti o non ancora, noi tutti dobbiamo essere afferrati e scossi dalla santità di Dio. Allora non avremo più paura di morte, sofferenze e perdite, ma temeremo piuttosto Lui e la Sua ira, e ci avvicineremo all'Onnipotente con devoto rispetto.

L'anno scorso passai alcune settimane fuori casa. Lo Spirito di Dio mi pose insistentemente la domanda: Dov'è il tuo profondo rispetto? Sentivo interiormente che questa è la domanda esistenziale fondamentale di Dio per il nostro tempo – per me e per ogni uomo. La grandezza del Dio immortale mi sopraffece in modo nuovo e, per contrasto, percepii ciò che noi siamo davanti a Lui, nella nostra nullità e nel nostro peccato. Dopo, nel corso di diverse serate alla Casa Madre, parlammo sul timor di Dio. Il Suo Spirito operava una cosa nuova in noi, dandoci un profondo pentimento e ravvedimento per il nostro scarso rispetto davanti a Lui.

Ci siamo rese conto che il comandamento del timore di Dio percorre la Bibbia dall'Antico al Nuovo Testamento. Egli è il Dio santo e immutabile, il Dio grande e onnipotente! Si vorrebbe fuggire davanti alla Sua maestà e alla Sua enorme potenza che domina tutta la terra. Egli è il Dio immortale – Colui che è, che era e che rimane d'eternità in eternità. Tutti gli uomini sono mortali, anche i potenti della terra e i fondatori di religioni. Dio è l'unico che possiede autorità sulla morte, sulla vita e su tutto l'universo. Egli ha creato tutto ciò che vive, dal più piccolo fiorellino fino all'uomo, e il cosmo intero è opera delle Sue mani. Pieno di profondo rispetto il salmista descrive la grandezza di Dio:

Il Signore tuona sulle acque, il Dio della gloria scatena il tuono. Il Signore tuona con forza, tuona con potenza. Il tuono del Signore schianta i cedri… Il tuono saetta fiamme di fuoco… Il Signore scuote il deserto e spoglia le foreste. Nel suo tempio tutti dicono: "Gloria!" (dal Salmo 28:3-9)

I cieli sono ripieni d'esaltazione per la Sua magnificenza, l'adorazione che circonda il Suo trono non ha fine:

Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l'onore e la potenza, perché tu hai creato tutte le cose, e per la tua volontà furono create e sussistono. Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen! (Apocalisse 4:11;7:12)

E noi figli degli uomini non siamo nulla davanti a Lui, come dice Isaia:

Ecco, le nazioni son come una goccia da un secchio, contano come il pulviscolo sulla bilancia. (Isaia 40:15)

Dio testimonia di Se stesso, tramite il Suo servo Mosè:

Ora vedete che io, io lo sono e nessun altro è dio accanto a me. Sono io che do la morte e faccio vivere; io percuoto e io guarisco e nessuno può liberare dalla mia mano. (Deuteronomio 32:39)

E per mezzo del profeta Isaia:

Io, io sono il Signore, fuori di me non v'è salvatore… Io sono Dio, sempre il medesimo dall'eternità. Nessuno può sottrarre nulla al mio potere; chi può cambiare quanto io faccio? (da Isaia 43:11-13)

Mosè celebra con tutto il popolo d'Israele:

Chi è come te fra gli dèi, Signore? Chi è come te, maestoso in santità, tremendo nelle imprese, operatore di prodigi? (Esodo 15:11)

E il salmista riconosce:

Dio è tremendo nell'assemblea dei santi, grande e terribile tra quanti lo circondano. Chi è uguale a te, Signore, Dio degli eserciti? Sei potente, Signore, e la tua fedeltà ti fa corona. Tu domini l'orgoglio del mare, tu plachi il tumulto dei suoi flutti…

Tuoi sono i cieli, tua è la terra, tu hai fondato il mondo e quanto contiene; il settentrione e il mezzogiorno tu li hai creati, il Tabor e l'Hermon cantano il tuo nome. È potente il tuo braccio, forte la tua mano, alta la tua destra. Giustizia e diritto sono la base del tuo trono, grazia e fedeltà precedono il tuo volto. (dal Salmo 89:8-15)

Quale Dio è il nostro Signore che ora esce dal Suo silenzio! Egli è ineguagliabile. Tutto l'universo Gli è sottoposto – e la terra non è altro che lo sgabello dei Suoi piedi (Isaia 66:1). Non dovremmo aver timore davanti a questo Dio possente? Se ci gettiamo a terra davanti alla Sua grandezza, riceveremo grazia: il timor di Dio nascerà nel nostro cuore e condurremo la nostra vita in verità davanti a Lui.

Non è sufficiente conoscere la Bibbia e capire con l'intelletto che Dio vive. No. Dobbiamo poterlo comprendere con tutto il nostro essere e tenere davanti a Lui il giusto atteggiamento interiore. Viviamo la nostra vita nel timor di Dio? Tutto, per noi, dipende da questo; soprattutto ora, all'inizio degli ultimi tempi, poiché presto saremo inondati dalle sofferenze. Qui troveremo la nostra salvezza per il presente e per l'eternità. In Apocalisse il Signore ce lo mostra chiaramente:

Poi vidi un altro angelo che volando in mezzo al cielo recava un vangelo eterno da annunziare agli abitanti della terra e ad ogni nazione, razza, lingua e popolo. Egli gridava a gran voce:

Temete Dio e dategli gloria perché è giunta l'ora del suo giudizio. Adorate colui che ha fatto il cielo e la terra e il mare e le sorgenti delle acque! (Apocalisse 14:6-7)

È questo il messaggio che Dio fa proclamare alla nostra generazione! Siamo chiamati a temerlo e a dargli onore, ora, prima che vengano su di noi i Suoi giudizi definitivi. Poiché solo come timorati di Dio possiamo sussistere davanti a Lui negli ultimi tempi. Appena ci ribelliamo contro le sofferenze che ci manda, spalanchiamo la porta a Satana, l'oppositore di Dio. Egli è stato ribelle sin dall'inizio e vuole sedurre anche noi verso la ribellione, particolarmente quando ci troviamo sotto il peso dei giudizi premonitori del Signore. Ecco perché l'apostolo Paolo scrive:

Non mettiamo alla prova il Signore, come fecero alcuni di essi, e caddero vittime dei serpenti. Non mormorate, come mormorarono alcuni di essi, e caddero vittime dello sterminatore. Tutte queste cose però accaddero a loro come esempio, e sono state scritte per ammonimento nostro, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi. (1 Corinzi 10:9-11)

Dobbiamo condurre la nostra vita nel santo timore, come sta scritto in Filippesi 2:12: "…attendete alla vostra salvezza con timore e tremore." Normalmente non c'è niente che ci faccia più paura quanto la minaccia della nostra vita o della vita di coloro che amiamo. Temiamo per i nostri averi. Temiamo di dover soffrire, di impoverire, temiamo qualsiasi tipo di perdita. Siamo disposti a tutto pur di salvare la vita, la salute, i nostri averi. Ma Gesù dice:

Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna. (Matteo 10:28)

Dovremmo pregare con tutto il cuore per ottenere il timore di Dio. Noi cristiani l'abbiamo spesso completamente dimenticato; il messaggio della grazia a buon mercato ha reso sicuri molti. Tremiamo forse quando pensiamo di dover un giorno comparire alla presenza del Dio grande e onnipotente, che sarà nostro Giudice e ai Cui occhi saranno palesi tutti i nostri peccati? Forse li abbiamo perfino riconosciuti e confessati, ma non ce ne siamo veramente allontanati. Per questo essi testimonieranno contro di noi e ci accuseranno nel giorno del Giudizio.

I giudizi divini premonitori dovrebbero far tremare proprio noi cristiani davanti al Dio santo, perché noi ci chiamiamo col Suo nome, eppure, riguardo alle conseguenze dei nostri peccati, ci manca sovente proprio il dovuto timore di Dio. Siamo onesti: chi ha paura di esser gettato nell'inferno? Non soltanto l'Antico Testamento, ma Gesù stesso ci ammonisce, quando per esempio dice:

Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. (Matteo 7:19)

Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. (Giovanni 15:6)

Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto stridore di denti. (Matteo 13:49-50)

Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli! (Matteo 25:41)

Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato i demoni nel tuo nome, e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io, però, dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti: allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. (Matteo 7:21-23)

Gesù non dice queste cose per gettarci nell'angoscia, ma per metterci in guardia: lo fa per amore, poiché Egli vuole evitare che il giudizio ci colpisca nel presente e nell'eternità. Dovremmo considerare i giudizi premonitori di Dio come stimoli a risvegliarci, ad accogliere Gesù come Salvatore e a combattere la battaglia della fede contro il peccato per divenire veramente liberi. È necessario vivere nella consapevolezza dell'ira di Dio e della realtà dell'inferno per orientare la vita in vista del nostro destino eterno.

"Le misericordie del Signore non sono finite"

Nelle catastrofi naturali del nostro tempo Dio non si manifesta soltanto nella Sua santità, nella Sua ira contro il peccato e nella Sua sovranità e autorità di giudice. Egli rivela pure, o particolarmente, la Sua natura d'amore e di misericordia, come sta scritto già nelle Lamentazioni del profeta Geremia:

Le misericordie del Signore non sono finite, non è esaurita la sua compassione; esse sono rinnovate ogni mattina, grande è la sua fedeltà… Buono è il Signore con chi spera in lui, con l'anima che lo cerca… Se affligge, avrà anche pietà secondo la sua grande misericordia. Poiché contro il suo desiderio egli umilia e affligge i figli dell'uomo. (da Lamentazioni 3:22-33)

Anche se nella Sua ira il Signore deve punire in modo santo la terra, si può notare con quale riguardo Egli agisce. Nelle regioni colpite molti sono stati sorpresi vedendo in quali modi soprannaturali alcune persone sono rimaste incolumi o come sono state salvate all'ultimo minuto: magari è stata colpita una casa, ma non i suoi abitanti, oppure il disastro è avvenuto proprio quando nessuno era in casa o nella camera più gravemente colpita.

Le nostre sorelle in Australia hanno riferito che, per ragioni inspiegabili, gli incendi dei boschi spesso si arrestavano proprio davanti alle case e il fuoco non toccava le abitazioni malgrado gli alberi nelle immediate vicinanze dei muri divampassero in fiamme.

Dopo lunghe e inutili lotte contro il fuoco, il ministro della polizia del Nuovo Galles del Sud dichiarò che se nelle prossime 72 ore fossero andate in fiamme "soltanto" due o 3000 case, il danno sarebbe stato accettabile, poiché ormai avevano rinunciato a combattere il fuoco; non potevano più far altro che salvare persone e averi. Se si considerano queste previsioni ufficiali, il fatto che vennero distrutte solo circa 200 case è un vero miracolo.

Sotto il titolo "Miracoli nella tempesta di fuoco" un giornale riferiva l'esperienza di una coppia che si trovava nella regione molto colpita dei Monti Azzurri. Improvvisamente essi videro il fuoco scendere a velocità vertiginosa dalle alture; in appena un minuto e mezzo avrebbe raggiunto la loro casa, e sentivano già il calore ardente davanti alle finestre. Quando le fiamme furono passate – tutto all'intorno era bruciato, nero e cenere –, essi erano là, incolumi, e la loro casa indenne.

Così in molti luoghi si poté osservare come, pur nel Suo giudizio, Dio salvava e preservava. La pietà di Dio fu palese in occasione del terremoto di Los Angeles, metropoli di 9 milioni di abitanti. Migliaia di persone, non esclusi i mass-media, parlarono di miracolo. Infatti il sisma, avvenuto all'alba di un giorno festivo, avrebbe avuto conseguenze molto più funeste se si fosse verificato nelle ore lavorative di un giorno feriale. Pochissimi erano in viaggio nel momento in cui i ponti autostradali crollarono. Poche ore dopo il traffico sarebbe stato enorme. Anche le scuole, gli uffici, e altri grandi edifici che normalmente brulicano di gente, in quel momento erano deserti.

In tutto questo possiamo vedere l'amore di Dio. Per mezzo dei Suoi giudizi premonitori, Egli ci vuole mettere in guardia: "Ravvedetevi, ritornate a Me, non chiamate su di voi un giudizio ancora più pesante!" Riceverà Egli ora la giusta risposta alle Sue parole e al Suo agire? Ritorneremo a Lui rispondendo con implorazioni, in pentimento e ravvedimento, in umiliazione e fiducia? Allora sì che sperimenteremmo l'adempimento della promessa divina secondo cui Egli risparmia e salva quanti Lo temono:

Allora parlarono tra di loro i timorati di Dio. Il Signore porse l'orecchio e li ascoltò: un libro di memorie fu scritto davanti a lui per coloro che lo temono e che onorano il suo nome. Essi diverranno – dice il Signore degli eserciti – mia proprietà nel giorno che io preparo. Avrò compassione di loro come il padre ha compassione del figlio che lo serve. (Malachia 3:16-17)

[Egli] appaga il desiderio di quelli che lo temono, ascolta il loro grido e li salva. (Salmo 144:19)

Ecco perché molti, soprattutto fra i credenti, hanno potuto sperimentare in modo sconvolgente Dio come Padre – un Padre che li protegge, che li salva e li rende testimoni del Suo inesprimibile amore e della Sua misericordia. Le nostre sorelle in Australia ci hanno scritto di una giovane donna che teneva regolarmente degli incontri biblici in casa sua. Quando le fiamme si avvicinarono improvvisamente, essa si trovò in grave pericolo. Abitava in una valle stretta che agiva come un corridoio attraverso il quale le fiamme avanzavano con velocità e forza incredibili. Il rumore era terrificante, come un aereo che atterrasse dietro la sua casa; ma quando implorò Dio sentì la Sua presenza e protezione, come se fosse in un'arca. E le fiamme che correvano minacciose verso la sua abitazione si divisero in due passando ai due lati della casa e lasciandola completamente intatta dietro di loro.

Una famiglia credente aveva affidato a Dio la sua casa prima di fuggire davanti al fuoco. Quando tornarono la ritrovarono senza danno: Dio aveva esaudito le loro preghiere e comandato alle fiamme di fermarsi a 6 centimetri dalla casa!

Anche un centro di formazione di Teen Challenge – l'associazione nota a livello mondiale per

il suo servizio d'aiuto fra la gioventù tossicodipendente – era minacciato seriamente dagli incendi. La mattina i collaboratori vennero informati che il fuoco si trovava a 25 km da loro. Li separavano delle valli e dei ruscelli. Ma nel primo pomeriggio le fiamme erano già nella loro valle. Otto case dei dintorni vennero rase al suolo, però, come per un miracolo, i loro edifici furono tutti risparmiati. Nessuno dei collaboratori o dei giovani venne toccato. Quella valle, prima così bella, ora carbonizzata, sembra un paesaggio lunare.

Una stazione radio cristiana in California fu meravigliosamente protetta durante i catastrofici incendi dell'ottobre 1993. Quando, il primo giorno, delle fiamme alte 30 metri si avvicinarono direttamente ad essa, una grande cerchia di amici fu immediatamente chiamata alla preghiera di intercessione. Il fuoco infuriava con grande velocità e immenso calore, così che un'autopompa dei vigili del fuoco bruciò mentre veniva in soccorso. Ma all'improvviso sembrò che degli angeli avessero circondato la stazione. Le fiamme non riuscivano nemmeno a lambire il suo terreno. Esse si arrestarono su tutti i lati a due o tre metri di distanza. Abbiamo veramente un Dio che ascolta le preghiere!

Ci è giunta una testimonianza commovente dalla regione terremotata della California: "Il 17 gennaio mi svegliai con un presentimento inquietante, allarmata da un silenzio anormale. Poi, il mio appartamento cominciò a vacillare violentemente. La scossa era così forte che non potei far altro che rimanere stesa sul letto e pregare. Pur rendendomi conto del pericolo mortale che correvo, ero perfettamente in pace… Non dimenticherò mai quella terribile sensazione, quei rumori sinistri, mentre l'appartamento veniva ridotto a pezzi… La prima cosa che realizzai era che il punto in cui si trovava il mio letto era l'unico posto di tutto l'appartamento rimasto intatto. Ringraziai subito il Signore per avermi risparmiato la vita… L'impressione più forte che mi è rimasta è la grande misericordia e compassione di Dio, che è veramente vicino a coloro che soffrono… Qualsiasi cosa avvenga, io so per certo: Dio non mi abbandonerà; io potrò sempre contare sul Suo ininterrotto amore e sulla Sua continua assistenza."

Altri hanno sperimentato la protezione divina in modo diverso. Una giovane coppia venne buttata giù dal letto dal terremoto; immediatamente afferrarono il loro bimbo e corsero fuori a piedi nudi, mentre tutt'intorno rimbombavano scricchiolii e schianti. Diedero a Dio l'onore per il miracolo della loro salvezza, perché se avessero esitato soltanto pochi secondi, il bambino sarebbe stato schiacciato nel suo lettino da un grande armadio. Anche un pastore, amico nostro, riferisce come schizzò fuori dal letto appena le scosse ebbero inizio. Voleva soccorrere sua moglie gravemente andicappata. Nell'istante successivo un grosso televisore cadde sul suo cuscino.

Una coppia che abitava a due isolati dall'epicentro del terremoto si svegliò per le violenti scosse della casa. L'uomo afferrò sua moglie e iniziò a cantare il canto di Proverbi:

Confida nel Signore con tutto il cuore e non appoggiarti sulla tua intelligenza. (Proverbi 3:5)

Appena le scosse diminuirono, venne anche la figlia e cantarono questo canto a tre. Rimasero completamente in pace; non avvenne loro nulla, ma un pesante mobile cadde sul letto della figlia appena questa ebbe lasciato la sua camera.

Una lettera da Northridge ci mostra come, quando intorno tutto crolla, Dio si cura particolarmente dei più deboli e impotenti fra i Suoi figli. L'università statale del luogo venne quasi completamente distrutta. Uno dei pochi edifici rimasti intatti – soltanto 5 su 58 – è l'istituto per andicappati fisici. "Là ci sono due eccellenti professori cristiani e circa 250 andicappati che vengono curati e istruiti… Io credo che il Signore ha avuto particolare compassione per queste persone. L'attiguo posteggio coperto non è più agibile. È un miracolo!"

Così, anche ai nostri giorni possiamo sperimentare che quando il bisogno è più grande, Dio non solo è più vicino, ma è anche più forte il Suo aiuto.

Padre, Tu imponi un carico al Tuo figlio piccolo e debole.

Ma ecco che Tu stesso lo porti, e soffri con il suo tormento.

Quale "odor soave" per il cuore del Padre deve essere il ringraziamento di quei figli Suoi che hanno sperimentato il Suo "duro amore". Niente poteva privarli della loro fede, neanche la perdita di tutti i loro beni terreni. In quelle circostanze soltanto Dio e la loro fede si sono dimostrati durevoli.

Durante un affollato culto di ringraziamento e preghiera in una regione australiana particolarmente colpita dagli incendi furono date testimonianze commoventi. Un padre di famiglia, la cui casa è stata completamente distrutta: "Abbiamo pregato per un miracolo, ed è successo. Siamo stati protetti e abbiamo sentito concretamente la presenza di Dio. Per questo ora sappiamo: il Signore è sovrano. Ci sono rimasti i nostri averi più preziosi: la nostra vita e i nostri figli." Una signora si fece avanti e lesse Esodo 3:1-17 – l'unico foglio rimasto della sua Bibbia e di tutti i suoi averi. Conteneva l'episodio in cui Dio parla a Mosè dal pruno ardente e gli promette: "Io sarò con te." Un giovane pastore con famiglia, che stava davanti al nulla dopo che nel suo paese le fiamme avevano divorato 90 case, la scuola, la chiesa e la casa parrocchiale, disse: "La Chiesa sono gli uomini, non gli edifici. Noi non siamo in grado di scrutare il futuro, ma abbiamo la certezza che Romani 8:28 vale ancora e che tutte le cose concorrono al nostro bene."

Conoscere Dio Padre

Quale privilegio per noi che ci troviamo all'inizio degli ultimi tempi in cui il Dio santo e tremendo si manifesta; non dobbiamo soltanto cadere ai Suoi piedi per trovare grazia, ma possiamo anche avvicinarci a Lui come Suoi figli. Possiamo chiamare Padre l'onnipotente Creatore dei cieli e della terra! Eppure ci troviamo davanti all'Essere più elevato che si possa immaginare: Dio – il Dio eterno che è Amore (1 Giovanni 4:8,16). Come è possibile comprendere? L'Eterno degli eserciti, Colui che possiede tutta la potenza e l'autorità, è Amore?

Per amore Dio ci ha creati. Egli ci ama veramente e non riesce a staccarsi da noi, anche se siamo malvagi e peccatori. Egli ama anche tutte le altre Sue creature e tutta la magnifica opera delle Sue mani nella natura. Per questo Egli soffre ben più di noi, quando a causa dei nostri peccati, dovuti al rifiuto della Sua autorità, Egli si trova costretto, con i Suoi giudizi, a devastare e distruggere intere regioni. Nessuno soffre così tanto quanto chi ama così tanto.

Davanti al cielo e agli inferi è stato dimostrato quanto immensamente profondo sia questo amore: Dio ha dato per noi il Suo Figlio unigenito (Giovanni 3:16), affinché divenissimo "figli di Dio per la fede in Cristo Gesù" (Galati 3:26). Egli ci ama fervidamente come Suoi figli, e vuole salvarci. La potenza e la grandezza di Dio sono unite al Suo amore, che è l'essenza più intima del Suo essere.

Se ci chiniamo davanti a Dio Padre e ci avviciniamo a Lui invocandolo tramite il nostro Signore Gesù Cristo, sperimenteremo il Suo inimmaginabile amore e la Sua grande fedeltà. L'atteggiamento di profonda umiliazione che dobbiamo avere come peccatori davanti al Dio santo deve bilanciarsi con quello del figlio che ama il Padre e a Lui viene con fiducia. Non si possono separare le due cose, poiché in Dio stesso la santità e la misericordia sono intimamente legate. La Sua gloria, la Sua giustizia e maestà, la Sua onnipotenza e grandezza si uniscono alla Sua misericordia, pazienza, fedeltà, bontà e al Suo amore paterno verso di noi.

Perché la nostra anima abbia con Dio un rapporto vero, sano e profondo, è necessario questo filo che unisce il timore di Dio e il rapporto filiale. Il Nuovo Testamento afferma due cose:

Chi ha intessuto questo rapporto con Dio farà la gioiosa scoperta che il suo timore di Dio si trasforma in timore motivato dall'amore. Allora non eviteremo più il peccato perché schiavi della paura della punizione e dell'ira di Dio, ma lo odieremo e lo eviteremo per timore di contristare il Signore che tanto amiamo. Non vogliamo più farlo soffrire a causa dei nostri peccati commessi con leggerezza, o per il nostro comportamento autogiustificativo e privo di ravvedimento. È il timore motivato dall'amore che determina ora la nostra vita: non vogliamo deludere il Signore che amiamo, desideriamo piuttosto arrecargli gioia. Ecco la nostra felicità.

Perciò chi teme Dio e allo stesso tempo è un gioioso figlio di Dio Padre, non reagirà con ribellione alla Sua guida e correzione. Quando viene colpito duramente non dirà: "E questo sarebbe un Dio d'amore?" Poiché Egli sa che nel nostro cuore tali domande provengono dal Nemico, da Satana, il quale vuole farci cadere in peccato proprio durante le sofferenze, cercando di portarci alla ribellione, allo scoraggiamento, alla disperazione. Se abbiamo realmente conosciuto Dio come Signore onnipotente e Padre amorevole, avremo anche la giusta disposizione del cuore:

Chi è come Dio?

Io sono un nulla - però sono il Suo figliuolo.

Allora, in tutte le prove che ci colpiscono, potremo dare solo una risposta:

Padre, tutto proviene da Te! E come Tu mi conduci, è giusto, poiché Tu sei Amore. Io non sono in grado di giudicare che cosa è buono per me, soltanto Tu sai. E alla fine comprenderò che il Tuo amore ha preparato per me la via migliore.

L'adorazione che proviene dalla tribolazione

Non viviamo forse in un tempo pieno di avversità e sofferenze? Spesso ci riesce difficile lodare e adorare il Signore – dal nostro cuore salgono piuttosto suppliche verso di Lui. Ma il Vangelo proclamato dall'angelo in Apocalisse 14:7 è rivolto proprio a noi, la Chiesa degli ultimi tempi: "Temete Dio… e adorate colui che ha fatto il cielo e la terra, il mare e le sorgenti delle acque!" Non possiamo immaginare quanto il Padre nel cielo aspetti di udire da noi canti d'amore, di ringraziamento e adorazione. Possano questi essere un conforto per Lui, poiché il Suo giudizio e la Sua ira sono quanto Gli pesa di più.

Ma non è unicamente per se stesso che Egli aspetta da noi tale risposta. Egli infatti sa che questo sarebbe un aiuto per noi. Non appena cominciamo a lodare il Padre, che è l'eterno Amore, e a celebrare tutto il bene ricevuto da Lui, i nostri gemiti e lamenti devono cessare. Improvvisamente l'oscurità si trasforma in luce. L'inno di lode cantato a Dio nella notte più fonda arreca grande forza. Sovente esso è in grado di muovere il cuore di Dio per farlo intervenire e compiere miracoli. Quando Paolo e Sila si trovavano in carcere e a mezzanotte iniziarono a lodare Dio, ci fu un terremoto. Le fondamenta del carcere furono scosse, tutte le porte si spalancarono, e le catene caddero (Atti 16:25-26).

La lode e l'adorazione trasformano i nostri bisogni. Sperimentiamo che Dio Padre si avvicina a noi, che è presente e ci ama. Forse non risolverà subito tutte le nostre difficoltà, ma noi riceviamo la forza per sostenerle. I pesi non ci opprimono più, perché riconosciamo in essi l'amore del Padre e il Padre stesso in una maniera più profonda. È una nuova rivelazione del Signore che ci spinge ad amarlo più intensamente come figli Suoi.

Dio è e rimane Amore. Amore è il Suo nome e Amore è la Sua essenza. Questa consapevolezza è in grado di sostenerci in ogni sofferenza, perfino nel martirio. Quando ci troviamo sprofondati nella miseria o qualcosa ci tormenta, come sarebbe mai possibile che l'Amore passi oltre senza aiutarci? Non può essere, poiché:

Il Suo cuore è Amore, la Sua volontà è solo bontà,

e buone sono le vie sulle quali Egli mi conduce.

Queste parole si spiccano su una parete della mia stanza; ogni giorno sono davanti ai miei occhi. In adorazione devo riconoscere:

Il Tuo cuore è Amore! La Tua volontà, in qualsiasi forma mi venga incontro, è solo bontà, e la via sulla quale Tu mi conduci è giusta, anche se non riesco a comprenderla. Nel Tuo cuore trabocchevole d'amore Tu hai preparato proprio questa via per me. Sì, la Tua via è buona, che io capisca o no.

La pace riempie il nostro cuore quando adoriamo Dio Padre in questo modo. Nelle angustie più grandi Egli ci sostiene con una serenità che nessuna sofferenza può portarci via. Egli è e rimane lo stesso – nostro Padre che ci ama, che in ogni nostro bisogno si cura di noi e ci aiuta. Il Suo amore non cambia mai.

Quale speranza in mezzo alla sofferenza! Tutto quello che ci viene incontro proviene dalle amorevoli intenzioni di Dio. Qualsiasi esperienza facciamo o soffriamo, tutto proviene da Lui, l'Amore eterno. Il Suo amore è presente in ogni croce e prova che Egli ci manda. E noi possiamo adorarlo come Padre nostro, che non arriva mai troppo tardi con il Suo soccorso. Come il salmista, impareremo anche noi a lodarlo:

Benedetto il Signore sempre; ha cura di noi il Dio della salvezza. Il nostro Dio è un Dio che salva; il Signore Dio libera dalla morte. (Salmo 68:20-21)

Da decenni vivo con questa trionfale affermazione di fede, e quando il Nemico mi vuole abbattere, gliela sguaino addosso:

Il nostro Dio è un Dio che salva!

Non sono più in grado di contare quante volte, in seguito alla mia lode, ho già ricevuto l'aiuto di Dio.

Perfino quando ci troviamo in difficili momenti di correzione possiamo confessare: "Nella mia angoscia ho gridato al Signore ed egli mi ha risposto" (Salmo 119:1). Impariamo dunque ad adorare il Signore in umiltà come Giobbe dopo tutte le disgrazie e le sofferenze che lo avevano colpito: "Ecco, sono ben meschino: che ti posso rispondere? Mi metto la mano sulla bocca… Comprendo che puoi tutto e che nessuna cosa è impossibile per te… Perciò mi ricredo e ne provo pentimento sopra polvere e cenere" (Giobbe 40:4 e 42:2,6). Questa confessione segnò il grande cambiamento nella vita di Giobbe, e le sue tenebre divennero luce.

Quale possibilità per superare le nostre sofferenze! Forse avete già sperimentato come una situazione oscura e minacciosa è stata completamente cambiata nel momento in cui avete cominciato a lodare Dio come vostro Padre, in mezzo al vostro più profondo bisogno. Nel mio cuore risuona quasi giorno e notte:

Ciò che Dio compie è ben fatto!

E quando vengo nuovamente colpita, a ogni cattiva notizia, quando la via mi appare incomprensibile e senza senso, queste parole risuonano in me come campane festose. Anche se mi fa male, è ben fatto, è la cosa giusta per me o per noi – è il meglio, la Sua volontà è perfetta. Ogni cosa sgorga dal Suo cuore amorevole, e i Suoi pensieri sovrastano i nostri pensieri (Isaia 55:9).

Perfino se il Nemico pone ostacoli sul nostro cammino e veniamo colpiti da una disgrazia che sembra provenire direttamente da lui, niente ci può accadere che non sia passato prima davanti al cuore del nostro Padre celeste e permesso da Lui. Per questo servirà al nostro bene (Romani 8:28). Sovente Dio usa proprio una via del genere per portarci al ravvedimento. Egli desidera trasformarci per prepararci per l'eternità. Un giorno sarà rivelato in che modo questa o quella sofferenza ha contribuito al nostro bene, e a quel giorno, lassù nella gloria, deve essere rivolto il nostro cuore.

Queste brevi parole, così piene di significato per me, si trovano nell'innario tedesco:

Ciò che Dio fa è ben fatto, La Sua volontà è giustizia.
Io starò in silenzio quando Lui agirà.
Egli è il mio Dio, e nel bisogno mi sosterrà.
Perciò Lo lascerò disporre e guidare.
— Samuel Rodigast (1649-1708)

Probabilmente questo inno si riferisce al cantico che Mosè cantò al momento della consegna del libro della legge ai leviti. È un canto che non si può più imparare nell'eternità, ma che si deve esercitare e imparare qui, sulla terra, nei momenti di sofferenza e di tentazione (v. Apocalisse 15:3). Anche Mosè, servo di Dio, imparò su difficili vie attraverso il deserto, che

Egli è la Roccia; perfetta è l'opera sua; tutte le sue vie sono giustizia; è un Dio verace e senza malizia. Egli è giusto e retto. (Deuteronomio 32:4)

Sull'isola di Patmos l'apostolo Giovanni vide una schiera proveniente dalla grande tribolazione che circonda il trono di Dio. Il loro canto risuona forte e la loro lode è potente quando proclamano la giustizia e la perfezione delle vie di Dio.

L'adorazione è un particolare segno di riconoscimento dei vincitori che si trovano lassù, ma al tempo stesso l'adorazione caratterizza anche i credenti degli ultimi tempi. Tramite i Suoi giudizi premonitori sulla terra, lo Spirito di Dio risveglia oggi molti adoratori che un giorno circonderanno il Suo trono.

Adorazione, canti di lode, inni nella notte. Ecco ciò che deve nascere in noi quando dobbiamo attraversare tempi di sofferenza. Non c'è niente che glorifichi Dio come il lodare e decantare che Egli è Amore, proprio quando non Lo comprendiamo più e siamo vicini a disperare del Suo amore.

Che cosa conterà nella grande prova?

Come ci prepariamo all'ora della grande prova (Apocalisse 3:10) che presto verrà su tutta la terra? Che cosa verrà provato? Prima di un esame ognuno di noi vorrebbe sapere quali saranno le domande; allora potremmo concentrarci con tutte le nostre forze e prepararci proprio su quelle.

All'inizio della Sua Passione, Gesù mise in guardia Pietro, e con lui tutti i discepoli: "Ecco, Satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano" (Luca 22:31). Anche noi possiamo percepire come Satana ci brama, come ci scuote e ci scrolla, e come fa di tutto per farci cadere nella difficile prova che ci aspetta. Ma quale sarà la prova essenziale? "Io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede", disse Gesù a Pietro (Luca 22:32). Si tratta dunque di una prova di fede e di fiducia. Nel mezzo degli orrori degli ultimi tempi, Dio Padre chiederà a ciascuno di noi: "Hai fiducia in Me? Credi nel Mio amore anche quando non Mi comprendi più?"

Nell'ultima cena, quando Giuda lasciò la sala e i discepoli vennero messi alla prova, era notte. Non una notte qualsiasi, ma la notte della quale Gesù aveva detto: "Questa è la vostra ora, è l'impero delle tenebre" (Luca 22:53). In tali tenebre non è più possibile riconoscere nulla e nessuno, e sovente non ci si comprende nemmeno più l'un l'altro. Dio, che è eterno Amore, sembra non essere più comprensibile nel Suo operare – particolarmente nel Suo silenzio, quando nasconde la Sua potenza e si ritira, così che noi pensiamo di essere completamente in balìa di Satana. Allora la voce del Nemico si fa viva per confonderci su Dio e sul Suo amore. E noi potremo superare la prova o meno, in base alle possibilità di successo che noi gli diamo.

Nell'Apocalisse di Giovanni leggiamo continuamente che per i cristiani si tratta soprattutto di mantenere saldamente la fede e la fiducia nell'amore di Dio:

"Non hai rinnegato la mia fede." (Apocalisse 2:13)

"Conosco le tue opere, la carità, la fede…" (Apocalisse 2:19)

"In questo sta la costanza e la fede dei santi." (Apocalisse 13:10)

"Qui appare la costanza dei santi, che osservano i comandamenti di Dio e la fede in Gesù." (Apocalisse 14:12)

Anche la lettera agli Ebrei ci ammonisce a non abbandonare la nostra fiducia, alla quale è riservata una grande ricompensa (Ebrei 10:35).

Se però non Lo ami, non puoi riporre tutta la tua fiducia nel Signore nel momento in cui Egli sembra comportarsi da avversario. Ecco perché i requisiti indispensabili per non fallire nell'ora della prova sono: il timore di Dio e una relazione filiale verso il Padre celeste. Se ho riconosciuto che Dio è l'onnipotente, grande e glorioso Creatore e Sovrano dell'universo, e al tempo stesso l'eterno Amore che vuole sempre farmi del bene, tutte le mie domande suscitate da Satana si risolvono da sole. Perché Dio lo permette? Perché non mi ascolta, anche se prego così tanto? Perché non interviene con la Sua potenza? Perché vengo colpito proprio io in questo modo?

Chi ha compreso il cuore di Dio nel Suo amore, ed è diventato davanti all'Eterno e Onnipotente come un granello di polvere, non si smarrirà, ma fiducioso potrà dire in ogni circostanza: "Io non ho bisogno di comprendere Dio, sono ben Suo figlio! E qual è il figlio che comprende tutto ciò che suo padre dice, fa o ha intenzione di fare?" Come potremmo noi uomini comprendere l'agire dell'eterno, grande e potente Dio che è al tempo stesso nostro Creatore e Padre? Quale presunzione credere di poter riconoscere da soli ciò che serve al nostro bene! No, dobbiamo avere fiducia, come un piccolo bambino che viene amato dal papà e a sua volta lo ama, sicuro che egli fa tutto bene! Così riponiamo anche noi la nostra fiducia nel Padre celeste, perché una cosa sappiamo con certezza: Egli è Amore!

Qualsiasi cosa Egli ci faccia, come Sue creature, non possiamo metterci contro la Sua santa volontà. Tutta la nostra esistenza dipende dal nostro essere uno con Lui. E da dove proviene questa unità? Essa nasce dalla fiducia nell'amore di Dio, che è sempre perfetto e meraviglioso, anche quando le Sue intenzioni ci rimangono oscure. Quel che possiamo fare è sottomettere sempre di nuovo la nostra volontà a Dio e alla Sua santa decisione. Questo ci chiede Dio, e non è troppo. Onorare Dio, l'Amore eterno, in mezzo all'incomprensibile; lodarlo e confidare senza limiti in Lui – solo così potremo dimostrargli il nostro amore nell'ora della prova.

Se non dubitiamo dell'amore di Dio saremo invincibili contro gli attacchi di Satana. Nel futuro sarà rivelato se ognuno di noi avrà avuto veramente fiducia in Dio e se saremo stati capaci di chinarci alla Sua volontà. La vittoria o la sconfitta non dipendono dalla nostra propria forza, ma dal nostro sì alla volontà di Dio e dal nostro amore che confida nel Suo amore.

Chi è vittorioso in questo punto, ed è stato provato e affinato nel fuoco della prova, sarà annoverato nella schiera di coloro che adorano davanti al trono di Dio. Non diventeremo mai vincitori se pretendiamo di comprendere sempre l'agire di Dio e di sperimentare continuamente i Suoi miracoli. Quel che ci rende forti è proprio il divenire uno con la volontà incomprensibile di Dio Padre. Nel momento in cui siamo uniti alla volontà di Dio, siamo anche uniti all'onnipotente e sovrano Signore, Creatore dei cieli e della terra, il Signore degli eserciti che regna su tutto l'universo. Come potremmo allora essere deboli?

Nel nostro tempo in cui Dio esce dal Suo silenzio e colpisce l'umanità con i Suoi giudizi premonitori, Egli ci offre ancora una possibilità per orientarci interiormente ad affrontare la grande prova. Per mezzo del nostro Sì quotidiano alla volontà di Dio, qualsiasi sia la Sua guida, e attraverso tutte le prove di fiducia e di fede che ci vengono richieste dal vivere negli ultimi tempi, Dio ci prepara ad affrontare la grande prova futura.

È una preparazione gioiosa, poiché già ora, prima della grande tribolazione, essa rende la nostra vita libera da paura, oppressione e disperazione. Non dobbiamo più tormentarci col pensiero di non comprendere il santo agire di Dio verso di noi o verso gli altri; diventiamo invece dei figli spensierati e fiduciosi nel Padre celeste, perché sappiamo che anche le vie difficili sono per noi buone e salutari, e ci portano un gran guadagno per il presente e per l'eternità.

Ma il crescente numero di segni premonitori ci rammenta che il tempo stringe: è ora di entrare nel rapporto di vera dipendenza filiale da Dio Padre e lasciargli imprimere nel nostro cuore la Sua natura di Dio onnipotente e al tempo stesso di Amore eterno e "Padre, dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome" (Efesini 3:14-15). Come figli che tengono la mano del Padre possiamo affrontare l'ora della prova. E in ogni avversità, dal nostro cuore sgorgherà:

Padre Mio, io non Ti comprendo, ma ho fiducia nel Tuo amore.

Se continueremo a pregare così, quando Satana ci attaccherà selvaggiamente e i nemici di Dio ci perseguiteranno, niente potrà separarci da Lui né farci perdere la fiducia in Lui e nella Sua incomprensibile volontà. Avremo scoperto così il segreto per divenire invincibili davanti alle potenze delle tenebre e potremo innalzare a Dio la più grande lode e adorazione, poiché crediamo nel Suo amore anche quando Egli apparentemente è contro di noi. Con questo, davanti al mondo visibile e invisibile, testimoniamo ciò che pensiamo del nostro Signore e Dio e come Lo onoriamo. Così, riguardo all'Onnipotente ed Eterno, anche nella notte più buia confessiamo l'unica cosa che durerà in eterno:

Dio è Amore.

 

 


Titolo originale:

WENN GOTT AUS SEINEM SCHWEIGEN TRITT
© 1994 – Comunità evangelica delle Sorelle di Maria – D-64241 Darmstadt • Tradotto in varie lingue, disponibile in versione integrale in forma stampata presso l'indirizzo sottostante:

Evangelische Marienschwesternschaft

Heidelberger Landstrasse

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D – 64241 Darmstadt, Germania

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Ultimo aggiornamento: 22 febbraio 2003