Questo trattato di Karl Schenkel, riveduto da Werner Woiwode, è stato distribuito in Svizzera a tutti i fuochi nei giorni che hanno preceduto il Digiuno Federale del 2002 (15 settembre 2002). In esso la storia svizzera viene esaminata sotto una nuova luce.

 

 

Karl Schenkel

Gesù Cristo nella Svizzera

Una nuova storia della Svizzera

rielaborata da Werner Woiwode

 

Hominum Confusione
et Dei Providentia
Helvetia Regitur

 

La Confusione degli Uomini
e la Provvidenza Divina
Governano la Svizzera

 

 

Indice

Prefazione. 3

Gesù Cristo viene in Elvezia. 4

Gesù Cristo vince il paganesimo. 4

Gesù Cristo fonda la Confederazione. 5

Gesù Cristo salva la Svizzera dopo le guerre di Borgogna. 5

Gesù Cristo salva la Svizzera con la Riforma. 5

Gesù Cristo dà libertà di pensiero e progresso. 6

Gesù Cristo protegge il nostro popolo dal razionalismo. 6

Gesù Cristo ci dà una nuova comprensione dell'educazione e della scuola. 6

Gesù Cristo crea il fondamento per un'autentica democrazia. 7

Gesù Cristo ci dà un secolo di pace. 7

Gesù Cristo fa della Svizzera il Paese fondatore della Croce Rossa. 8

Gesù Cristo ci dà un codice civile. 8

Gesù Cristo promuove la comprensione per i problemi sociali 8

Gesù Cristo ravviva le nostre chiese. 9

Gesù Cristo ci preserva dal nazionalsocialismo e dal comunismo. 9

Dove vai Elvezia?. 9

Nazionalismo. 9

Socialismo. 10

Capitalismo. 10

Materialismo. 10

Istruzione. 10

Scienza. 10

Tecnologia. 10

Gesù Cristo ci spinge ad aiutare i miseri 11

Gesù Cristo dà coraggio e forza per rimanere saldi 11

Gesù Cristo dà una speranza viva alla vita. 11

Il significato della fede cristiana in Svizzera. 12

In Nomine Domini, Amen. 12

La Confederazione. 12

«Nel nome di Dio Onnipotente». 12

La croce bianca su sfondo rosso. 12

Dominus providebit! 12

Che cosa fa Gesù Cristo per lo Stato?. 12

Gesù Cristo e la politica. 13

Gesù Cristo e il matrimonio. 13

Gesù Cristo e le donne in Svizzera. 14

Gesù Cristo e i bambini 14

Gesù Cristo e le scuole. 15

Gesù Cristo e l'economia. 15

Gesù Cristo e gli ammalati 16

Gesù Cristo e lo sport 16

Gesù Cristo, la psicologia e la psichiatria. 16

Gesù Cristo e l'arte. 17

Gesù Cristo e l'ecumenismo. 17

Appendice:  Appello del 1893 per il Giorno del Digiuno Federale. 18

Conclusione: La Svizzera non può esistere senza speranza. 19

Karl Schenkel

Werner Woiwode. 19

 

 

Prefazione

Care cittadine e cari cittadini della Svizzera

 

Il primo anniversario dell'attacco terroristico a New York è alle nostre spalle, così come altri attacchi, follie omicide, disastrosi incidenti e catastrofi naturali, accaduti in parte anche nel nostro Paese.

Il mondo è veramente cambiato dopo l' 11 settembre 2001? Oppure continua tutto come al solito?

Credo che il senso d'insicurezza sia aumentato e aumenterà ancora. Siamo la nazione con il maggior numero di assicurazioni; come svizzeri siamo assicurati contro ogni sorta di eventi. Ma siamo sempre più consapevoli e percepiamo sempre più chiaramente che la protezione assicurativa non ci offre una vera sicurezza, non ci dà più speranza o prospettiva per il futuro, non offre neanche un significato all'esistenza – e infine non può nemmeno darci la vita né tantomeno preservarla! Il nostro progresso tecnologico non ha contribuito ad avvicinarci gli uni agli altri, anzi, ci ha allontanati sempre di più. Lo dimostra chiaramente l'aumento dei divorzi, il numero crescente di persone che vivono nelle dipendenze e il tasso di suicidi, soprattutto fra i giovani.

Eppure esiste una sicurezza che non dipende dalle circostanze. C'è speranza, prospettiva e senso per la nostra vita. Ci sono risposte alle nostre domande. Sono sempre esistite – dobbiamo soltanto volerle sentire. Il Dio del cielo e della terra, il Dio d'Israele e delle nazioni, il Padre del nostro Signore Gesù Cristo, ci dice tramite la Bibbia: «Fermatevi e riconoscete che io sono Dio!»

Tramite questo scritto vorremmo ancora una volta, con insistenza e di cuore, rivolgere un appello alle cittadine e ai cittadini svizzeri: «Ravvedetevi dalle vostre vie sbagliate e rivolgetevi a Dio!» Ravvedersi significa: fare dietrofront, cambiare direzione, rivolgersi a Dio e poi iniziare a vivere con Lui.

Già 109 anni fa venne lanciato un appello simile al popolo svizzero. Fu redatto dal municipio di Berna ed è riportato alla fine di questo opuscolo. Il nostro scopo è di proclamare nuovamente questo appello prima del Digiuno Federale – la giornata nazionale di preghiera e digiuno – ed esortare più insistentemente che mai: «Ravvedetevi e siate riconciliati con Dio!» Perché: «Chi ha il Figlio di Dio ha la vita. Chi non ha il Figlio di Dio – Gesù Cristo – non ha la vita.»

 

Werner Woiwode
Stein am Rhein, 15 settembre 2002

 

Gesù Cristo viene in Elvezia (torna all'indice)

Al tempo dei Romani la Legione Tebea[1] venne trasferita dall'Egitto in Elvezia per proteggere il limes (sistema di difesa contro gli Alemanni). Allo scopo di assicurarsi la loro fedeltà nei confronti dell'imperatore romano, i soldati e gli ufficiali vennero condotti nella valle che dal Vallese porta alle terre elvetiche sul Lago Lemano, più precisamente all'attuale Saint Maurice. Lì vennero invitati a giurare fedeltà all'imperatore. In quella circostanza si scoprì che numerosi legionari erano cristiani – in un'epoca in cui questi nell'Impero Romano venivano perseguitati – poiché si rifiutavano di giurare fedeltà all'imperatore romano, venerato come una divinità. Così Gesù Cristo in Elvezia si acquistò un nome del quale bisognava tener conto.

Sotto la guida di un legionario di nome Maurizio si era costituito un gruppo di opponenti. Il condottiero dell'esercito chiese istruzioni all'imperatore e questi ordinò che il giuramento doveva essere pronunciato, pena la morte. Molti legionari furono decapitati, altri riuscirono a fuggire. Ursus e Victor con i loro compagni ripiegarono verso Soletta, ma in seguito anch'essi vennero decapitati. Felix e Regula, assieme al loro servo Exuperantius, ripararono a Turicum (Zurigo). La leggenda racconta come vi si installarono. Essendo cristiani, l'autorità romana li citò per interrogarli e li condannò a morte. Vennero giustiziati sulla riva destra della Limmat, dove si trova la Wasserkirche. La leggenda racconta che dopo la decapitazione raccolsero le loro teste e le portarono sull'altro versante della Limmat e le deposero sul luogo dove oggi sorge il Grossmünster. Lo stemma della città di Zurigo, con i tre personaggi che tengono in mano le proprie teste, ricorda questo evento.

Così Gesù Cristo diventò un fattore importante nella Svizzera di quei tempi. Malgrado l'oppressione e la persecuzione dei cristiani imposte da Roma, dal Lago Lemano fino al Lago di Costanza sorsero piccoli e grandi gruppi di cristiani che celebravano il culto a Dio. A Martigny e a Coira, probabilmente anche a Vindonissa (Windisch, AG), sorsero delle sedi vescovili.

Durante le migrazioni dei popoli, la Svizzera fu invasa e occupata da genti pagane, particolarmente dagli Alemanni. Il patrimonio culturale romano venne quasi totalmente distrutto. Rimasero vittime anche le comunità cristiane, che furono drasticamente ridotte. Soltanto la sede vescovile di Coira e l'attuale Grigioni vennero risparmiati dalle incursioni alemanne. Nel 612 San Colombano e San Gallo vennero in Svizzera, ad Arbor Felix (Arbon, sul Lago di Costanza) e vi scoprirono i resti di una comunità cristiana.

Gesù Cristo vince il paganesimo (torna all'indice)

Tramite i missionari irlandesi Colombano e Gallo, Gesù Cristo rimise in questione tutte le forme di paganesimo e d'idolatria importate in Elvezia dalle migrazioni dei popoli pagani. Egli iniziò a rivelarsi nell'autorità di alcune persone (San Colombano e San Gallo) che in obbedienza a Lui annunciavano il Vangelo. Innalzarono la croce come segno dell'Autorità suprema, fondarono monasteri, nutrivano i poveri, curavano gli ammalati, crearono scuole per coltivarvi l'arte e la scienza, elevando in tal modo la qualità di vita di quel tempo. Insegnavano come si coltiva il suolo, i frutteti e gli orti. In ogni parte del paese sorgevano conventi la cui influenza si estendeva alla popolazione dell'intera regione. Il più noto fu il convento di San Gallo.

Le chiese erette nelle città e nei villaggi conferivano un nuovo volto all'intero Paese. I campanili con la croce ricordavano che Gesù Cristo è l'Autorità suprema. Nelle chiese era presente Gesù Cristo stesso. Le parole pronunciate dal pulpito, i dipinti e le pietre ricordavano la Sua vita, le Sue opere, le Sue sofferenze, la Sua morte e la Sua risurrezione. I culti e le festività cristiane generavano una comunione nuova tra gli uomini, che andava ben oltre i legami di famiglie e parentele. Malgrado numerosi malintesi ed errori causati dalla natura umana che tende al male, Gesù Cristo conferiva una nuova dignità all'esistenza umana. Egli costituiva l'esempio di un uomo veramente libero che riconosce come Signore unicamente il Dio vivente.

Gesù Cristo fonda la Confederazione (torna all'indice)

Nel 13° secolo la popolazione della Svizzera centrale era fortemente influenzata dalla vita monastica. A Svitto il monastero di Einsiedeln non si limitava a esercitare il potere temporale, ma faceva conoscere Gesù Cristo all'intera popolazione. Nell'Obwaldo e nel Nidwaldo era attivo il monastero di Engelberg. Lucerna si trovava sotto il dominio del monastero di Murbach in Alsazia.

Il patto stipulato sul Grütli nel 1291 è unico nel suo genere in Europa. Solo l'influenza di Gesù Cristo può spiegare il fatto che degli uomini di un'isolata regione di montagna in quei tempi potessero avere un concetto tanto elevato di libertà, di responsabilità e di dignità umana. Infatti ci troviamo nel mezzo delle tenebre del Medioevo, dove i soprusi e la repressione dei potenti sono all'ordine del giorno. È soltanto grazie a Gesù Cristo che questi uomini erano riusciti a conoscere la realtà del Dio vivente e la dignità dell'uomo libero. Con l'appello ai Confederati di assumersi le proprie responsabilità, nella lettera del Patto Federale non manca il riferimento al Dio vivente. Tale riferimento è la premessa dell'intero Patto Federale.

Nel suo dramma «Guglielmo Tell» Schiller ha quindi, a ragione, coronato la scena del Grütli con le parole: «Vogliamo confidare nel Dio Altissimo e non temere il potere degli uomini!»

Gesù Cristo salva la Svizzera dopo le guerre di Borgogna (torna all'indice)

Le guerre di Borgogna non portarono solo la gloria delle armi ai Confederati, ma anche ricchezze inimmaginabili, mai viste prima dagli abitanti del Paese. La ripartizione di tali tesori a Grandson e Morat, e i nuovi rapporti di potere tra Cantoni rurali e urbani minacciarono di far saltare il vecchio patto.

Gesù Cristo si servì dell'eremita del Ranft, Nicolao della Flüe, per richiamare alla memoria dei litigiosi signori rappresentanti dei Cantoni l'importanza del Patto stipulato al cospetto del Dio vivente. L'eremita di Obwaldo, più tardi santificato, spesso e volentieri viene chiamato salvatore della Patria. Lui stesso avrebbe rifiutato tale titolo, poiché aveva riconosciuto il personale Salvatore della sua vita in Gesù Cristo, e quindi sapeva che anche l'aiuto ai Confederati poteva venire soltanto dal Redentore.

Ed ecco come, malgrado le diversità d'opinione e i problemi materiali e politici, il Patto dei Confederati continuava a sussistere, anzi, veniva rafforzato e accoglieva nuovi Cantoni.

Gesù Cristo salva la Svizzera con la Riforma (torna all'indice)

Nel Medioevo sulla cosiddetta Europa cristianizzata erano calate le tenebre, nonostante il numero di chiese e di magnifiche cattedrali. Ovunque regnavano violenza, repressione, schiavitù, guerra, miseria umana, mancanza di conoscenza biblica... Malgrado la diffusione dell'Umanesimo nelle cerchie intellettuali e del Rinascimento nel mondo dell'arte, in misura crescente nel popolo si diffondevano l'ignoranza e la miseria.

Nell'intento di poter operare una svolta e un miglioramento vennero indetti i Concili di Costanza e di Basilea. Si verificò invece il contrario. Lo smarrimento in campo ecclesiastico e politico e anche in quello etico-morale diventò ancora più acuto.

«Egli – Gesù Cristo – ebbe compassione del popolo» aprendo gli occhi ad alcuni, tra cui al monaco Martin Lutero, a Wittenberg, e a Huldrych Zwingli, a Zurigo. Alla pari di Pietro, essi riconobbero e professarono: «Non c'è altra salvezza per gli uomini, né esiste un altro nome sotto il cielo che possa aiutarli, al di fuori del nome di Gesù Cristo!»

Zwingli iniziò a leggere il Vangelo di Matteo dal pulpito del Grossmünster a Zurigo e fece così conoscere Gesù Cristo alla gente. Fu la grande svolta per la vita del popolo della città e per la politica del Municipio. Zwingli esclamò: «Soltanto la Parola di Dio – e con ciò intendeva Gesù Cristo – vi riporterà sulla giusta via!» Anche Berna, Basilea, San Gallo e Sciaffusa seguirono e compresero questa verità, e qualche tempo dopo, grazie all'operato di Farel e particolarmente di Calvino, anche Ginevra, Losanna e Neuchâtel.

Sorse così una nuova Svizzera, divisa però in due confessioni. Ma la caratteristica particolare era che dal Lago Lemano fino al Lago di Costanza si parlava di Gesù Cristo. In nome della giusta fede si discuteva, si combatteva, si commettevano e si subivano ingiustizie, ma si eliminavano anche molti errori e molti mali, talvolta si faceva il bene e si rendeva possibile poterlo fare. Gesù Cristo divenne per entrambe le confessioni il nome più importante di tutta la Svizzera.

Si attribuiva particolare importanza alla giusta interpretazione della libertà cristiana. La libertà del cristiano consiste nell'obbedienza alla Parola di Dio[2], oppure significa dominio dell'uomo e diritto di fare ciò che gli pare e piace? La libertà, è semplicemente una possibilità umana, oppure si rinnova continuamente, per ogni singolo uomo e per la comunità, nell'ascolto e nell'obbedienza alla Parola di Dio? Gesù Cristo ci mostra la libertà che proviene dall'obbedienza a Dio.

Gesù Cristo dà libertà di pensiero e progresso (torna all'indice)

Gesù Cristo fu l'unico uomo veramente libero. È Lui che dona all'uomo una libertà sensata e apportatrice di benedizioni. Agli occhi dei loro contemporanei i riformatori apparivano come gli unici uomini veramente liberi. Per le autorità politiche di quei tempi tale libertà rappresentava un pericolo poiché molti oppressi li approvavano con entusiasmo. La libertà portò però ad alcuni tragici malintesi. La libertà contemplata esclusivamente nell'ottica dell'uomo e delle sue relazioni, senza obbedienza a Gesù Cristo doveva per forza portare al disfacimento di qualsiasi ordinamento umano, diventando così il pericolo più grande per lo Stato. In Svizzera ciò condusse a sommosse e guerre contadine – di per sé giustificate – ma che attiravano nuova repressione e mettevano in pericolo il progresso sociale di cui era sentita l'urgente necessità.

Ma il pensiero biblico influenzato da Gesù Cristo aprì la via a un autentico progresso sociale. Tale pensiero impone all'uomo comprensione e giustizia nei confronti dei poveri, dei deboli, degli oppressi e dei perseguitati.

Separata da Gesù Cristo, la libertà di pensiero, particolarmente grazie ai grandi filosofi del 18° e 19° secolo, aprì la strada a un'evoluzione che condusse al moderno ateismo. Il motto del filosofo francese Cartesio, «Cogito ergo sum» («Penso, dunque sono») conduceva direttamente alla divinizzazione della ragione umana, la quale raggiunse il suo apice nella Rivoluzione Francese e in seguito, con Nietzsche, Feuerbach e Marx è degenerata nel comunismo materialista – e di conseguenza in un nuovo atteggiamento disumano.

Gesù Cristo protegge il nostro popolo dal razionalismo (torna all'indice)

L'Illuminismo diffuso e sviluppato da filosofi francesi, inglesi e tedeschi, esercitò anche in Svizzera un ruolo importante. Furono soprattutto gli scritti di Jean-Jacques Rousseau ad essere divorati dalla giovane generazione della fine del 18° secolo. In ogni parte del paese venivano piantati «alberi della libertà», e lo slogan della Rivoluzione Francese «Libertà, Uguaglianza, Fraternità» veniva accolto con entusiasmo. Tuttavia la Ragione non venne mai innalzata a divinità, come era successo a Parigi.

Dopo la Riforma tutte le chiese riformate insegnavano l'ortodossia (lo sforzo per la vera fede in Gesù Cristo) per mezzo di diversi catechismi. In questo modo il significato di Gesù Cristo nel nostro Paese non venne del tutto oscurato. Dei movimenti di risveglio spuntarono in diversi luoghi (Alexandre Vinet e il risveglio nella Svizzera Romanda, la Confraternita del Conte di Zinzendorf in Germania, il Metodismo in Inghilterra) e portarono a una nuova conoscenza di Gesù Cristo nella convivenza degli uomini. I sanguinosi eventi della Rivoluzione Francese e la dittatura di Napoleone avevano disincantato molti patiti del razionalismo. Il successivo contraccolpo reazionario al Congresso di Vienna non fu in grado di smorzare la sete di maggior libertà e giustizia sociale in Svizzera; questo fatto trovò la sua palese espressione nella prima Costituzione Federale.

Gesù Cristo ci dà una nuova comprensione dell'educazione e della scuola (torna all'indice)

Un'educazione rigorosa e ortodossa portò Pestalozzi a conoscere Gesù Cristo. Egli comprese che Gesù Cristo amava gli uomini, in particolare i bambini e i poveri. Pestalozzi avvertiva le gravi ingiustizie di quei tempi e ne soffriva. Nel pensiero di Rousseau e negli ideali della Rivoluzione Francese egli ravvisava la possibilità di soddisfare la sua fame e sete di giustizia. Perciò osannava ai nuovi tempi che sembravano farsi strada.

Si preoccupava in primo luogo dei numerosi bambini che vivevano in campagna. Sul Neuhof presso Birr (Argovia) fece i suoi esperimenti pedagogici e provò le prime delusioni nella fede alla Ragione, applicata all'educazione. Sentiva il bisogno di isolarsi nel silenzio. Nei suo scritti divenuti famosi nel mondo intero, «Leonardo e Geltrude» e «Come Geltrude istruisce i suoi figli», egli esponeva i suoi concetti, impregnati dal pensiero cristiano, su come educare bene i bambini. Quando si trasferì a Stans poté costatare gli effetti della Rivoluzione Francese a danno dei miseri bambini di campagna; guarì ben presto e in modo radicale dalla sua fede nella bontà innata dell'uomo, tanto da non riuscire più a concepire un'autentica formazione scolastica che non facesse capo a Gesù Cristo. Era convinto che la scuola e l'istruzione dovevano rendere tangibili al giovane la grandezza, la bontà e la misericordia del Regno di Dio, che il giovane stesso doveva sperimentare su questa terra, mentre era in vita.

Nella generazione seguente questi pensieri vennero ulteriormente coltivati e promossi da Jeremias Gotthelf.

Gesù Cristo crea il fondamento per un'autentica democrazia (torna all'indice)

La Confederazione non era una vera democrazia. C'erano padroni e servi, liberi e assoggettati, dominatori e sudditi. Fino al tramonto della vecchia Confederazione la Svizzera era costituita da cosiddetti Cantoni sovrani e da baliaggi, ad esempio Vaud, Argovia e Turgovia. Non esistevano elezioni popolari. I membri dei Consigli di Stato provenivano automaticamente dai ranghi delle famiglie aristocratiche o delle corporazioni. Nella Confederazione non si governava secondo i principi della democrazia, bensì secondo un sistema aristocratico o oligarchico.

I Padri Pellegrini, emigrati dall'Inghilterra (in quei tempi governata all'insegna dell'assolutismo) per la loro ferma fede in Gesù Cristo, giunsero in America dove fondarono la prima vera democrazia. Il suo fondatore fu William Penn. Egli chiamò Pennsylvania il nuovo stato, che aveva Filadelfia («Amore Fraterno») per capitale. Dall'America il concetto di una autentica democrazia giunse dapprima in Francia, e da lì in Svizzera.

Il fondamento di tale idea altro non poteva essere che il concetto evangelico della libertà cristiana. Gesù Cristo stesso pose dunque la base su cui era possibile costruire uno Stato democratico. Grazie alle Sue parole anche in Svizzera c'era una certa conoscenza di cosa fossero veramente l'amore fraterno, la libertà e l'uguaglianza di tutti gli uomini, come pure le responsabilità nei confronti dei poveri e dei deboli.

Gesù Cristo non si stanca di ripetere agli uomini che cosa è bene e che cosa è male, cosa è giusto e cosa è ingiusto. Egli continua ad aprirci gli occhi sui pericoli che minacciano la nostra convivenza e distruggono la nostra stessa felicità. Egli c'insegna che la vera libertà esiste soltanto nell'ascolto della Parola del Signore e nell'obbedienza al Dio vivente. Ecco perché era indispensabile introdurre la Costituzione della nuova Federazione Democratica con le parole «In nome di Dio Onnipotente».

Gesù Cristo ci dà un secolo di pace (torna all'indice)

La fede in Gesù Cristo può anche provocare separazione e scisma tra gli uomini, basta ricordare la Guerra del Sonderbund tra protestanti e cattolici. Fu comunque proprio questa guerra a manifestare in modo lampante l'importanza di Gesù Cristo per la pace. Durante le trattative per la pace, il generale vincitore, il calvinista Henri Dufour di Ginevra, si lasciò guidare dal pensiero del suo maestro Gesù Cristo. Invece di vedersi imporre indennità di guerra, i vinti vennero generosamente aiutati. Questo modo di pensare e di agire influenzato da Gesù Cristo portò al nostro Paese oltre un secolo di pace.

Malgrado differenti convinzioni di fede, le diverse confessioni continuavano a convivere in pace. Tanto per i protestanti quanto per i cattolici Gesù Cristo rappresentava il fattore determinante ed evitò una nuova guerra.

Il primo Concilio Vaticano del 1870 a Roma, nel quale fu proclamata l'infallibilità del Papa, ebbe per conseguenza nuove tensioni. Nella Chiesa cattolica romana svizzera esse portarono a uno scisma. Nonostante ciò la pace nella nostra Patria non ha più potuto esser distrutta.

Gesù Cristo fa della Svizzera il Paese fondatore della Croce Rossa (torna all'indice)

Quando chiesero a Henri Dunant come gli fosse venuta l'idea di creare un'organizzazione destinata ad aiutare i feriti e i prigionieri di guerra per alleviare le loro sofferenza, pare che abbia risposto: «Desideravo semplicemente essere cristiano.»

Se vuoi essere cristiano, allora pensi continuamente a Gesù Cristo, alla Sua vita, alle Sue parole – che sono la bussola e la norma della nostra vita. Così Gesù Cristo è diventato il promotore e il fondatore della più grande organizzazione assistenziale internazionale. Siccome Henri Dunant era ginevrino, l'assemblea costituente si svolse a Ginevra e la Svizzera divenne il Paese fondatore della Croce Rossa.

Gesù parlò a Henri Dunant sul campo di battaglia di Solferino attraverso la parabola del buon Samaritano; in seguito Dunant parlò agli uomini riuniti a Ginevra. Da allora, tramite la Sua parabola, Gesù Cristo continua a parlare a innumerevoli samaritane e samaritani in Svizzera. Infine, grazie alla Croce Rossa Internazionale, Egli continua a parlare ai samaritani di tutta la terra ed è presente come soccorritore in numerose disgrazie del tempo presente.

Gesù Cristo divenne anche promotore dell'istituzione delle case diaconali, dei nostri ospedali e di tutte le opere caritative a favore degli infermi di ogni genere.

Gesù Cristo ci dà un codice civile (torna all'indice)

Ascoltando il Sermone della montagna e le parabole e i discorsi di Gesù, il protestante Eugen Huber concepì un codice civile esemplare. Esso serve a dare un ordinamento alla convivenza degli svizzeri. I diritti e i doveri tra coniugi, nella famiglia, tra datori di lavoro e dipendenti, sono determinati dalle parole e dai pensieri di Gesù Cristo. La vita del nostro popolo non deve essere fondata sui desideri e i bisogni umani, ma sulla volontà di Dio – era questo il pensiero dell'illustre legislatore Eugen Huber.

Il fatto che questa legge venne accettata dal popolo svizzero testimonia che il nostro popolo voleva lasciarsi guidare dalla Parola di Dio anche nella vita quotidiana.

Resta ancora da vedere se le modifiche nel frattempo attuate, e introdotte con il proposito di accogliere i desideri e le esigenze dei cittadini, abbiano portato benedizioni al nostro popolo rendendo più facile e soddisfacente la convivenza.

Gesù Cristo promuove la comprensione per i problemi sociali (torna all'indice)

L'industria portò nuove possibilità di lavoro e di guadagno al nostro Paese. I giovani, fino a quel tempo costretti a cercare occupazione e sostentamento arruolandosi in qualche esercito straniero, potevano ora soddisfare queste necessità vitali lavorando in fabbriche. L'effetto benefico della prima generazione industriale, composta in gran parte di rifugiati per motivi di fede, con il diffondersi del materialismo e la conseguente avidità di guadagno, non tardò a tramutarsi in situazione d'emergenza a danno del nostro popolo. L'abisso tra ricchi e poveri si allargava sempre di più, a scapito soprattutto della classe operaia industriale.

Il mondo borghese, del quale facevano parte anche le chiese, dimostrava poca comprensione per quello stato di bisogno. Si cercava di conciliare le ingiustizie latenti appellandosi all'ordinamento della creazione di Dio, sostenendo che c'erano sempre stati ricchi e poveri, oppure ricorrendo all'esempio della natura dove le piante rigogliose soffocano immancabilmente quelle deboli.

Grazie a Gesù Cristo, il pastore zurighese Hermann Kutter comprese il messaggio del Regno di Dio nel quale abita la giustizia. Questo lo spinse a scrivere un libro dal titolo «Sie müssen!» («Non hanno altra scelta!»), nel quale giustificava e sosteneva i moti rivoluzionari del mondo intero, compresa la Svizzera. Egli definiva giusta la causa per migliori salari e condizioni di vita.

Già a quel tempo egli metteva in guardia contro i pericoli che oggi minacciano la nostra esistenza. Fu doloroso per lui dover costatare che il Partito socialdemocratico intendeva costruire una nuova società e una nuova Svizzera escludendo la fede in Gesù Cristo. Tramite Gesù Cristo egli sapeva che i semplici miglioramenti materiali non erano sufficienti per un aiuto efficace.

Gesù Cristo ravviva le nostre chiese (torna all'indice)

Fino al termine della prima guerra mondiale (1918) nelle università svizzere l'insegnamento della teologia veniva impartito in modo liberale. Il pensiero filosofico del 18° e 19° secolo era dominato dalla Ragione umana, considerata la norma suprema del pensiero e dell'opera dell'umanità. Anche la teologia rimaneva sotto la sua influenza; e la critica alla Bibbia ne divenne il «figlio prediletto».

Il giovane pastore Karl Barth e i suoi amici Eduard Thurneysen ed Emil Brunner si resero conto che proseguendo su questa via di pensiero, immancabilmente la teologia stessa sarebbe diventata vuota e Gesù Cristo privo di significato. Come in passato Martin Lutero, così anche Karl Barth riscoprì nella lettera ai Romani il significato di Gesù Cristo quale Somma Autorità e Unica Norma per comprendere la Bibbia, sia l'Antico che il Nuovo Testamento. Il Dio vivente si rivela in Gesù Cristo, e tramite Lui comprendiamo anche che cosa significhi veramente essere uomo in questo mondo. Il Dio vivente che ci è stato rivelato per mezzo di Gesù Cristo non è un prodotto della Ragione umana, come vorrebbe la tesi sostenuta dai filosofi Cartesio, Spinoza, Kant, Fichte, Schelling e Hegel, e inserita nella teologia da Schleiermacher. Questo pensiero, portato avanti in modo costante da Bauer, Feuerbach, Marx, Engels, Nietzsche e Lenin, finì per sfociare nell'ateismo e in pratica portò al comunismo materialista.

Nella fede cristiana la via dell'uomo non va dal basso verso l'alto, dall'uomo a Dio, ma va esattamente nel senso opposto: dall'alto verso il basso, da Dio all'uomo. Come già Calvino aveva insegnato, soltanto la conoscenza di Dio permette di conoscere gli uomini, e solo l'amore per Dio conduce all'amore per gli uomini.

Gesù ci rivela il Dio vivente a cui niente è impossibile, e che ama l'uomo profondamente. Egli non solo ci rivela il vero senso della vita, ma ci mostra anche i limiti della nostra ragione, e quindi anche i limiti della scienza e della tecnologia che possono privare l'esistenza umana del suo significato e condurla perfino all'assurdità.

Gesù Cristo ci preserva dal nazionalsocialismo e dal comunismo (torna all'indice)

In Germania, paese di filosofi e pensatori, la divinizzazione dell'uomo generò il nazismo. Soltanto Gesù Cristo permise di smascherare quest'ultimo come immenso e fatale errore. Sotto la guida di Karl Barth, che a quell'epoca operava in Germania, venne fondata la «Chiesa professante». Nella «Dichiarazione di Barmen» Gesù Cristo fu nuovamente riconosciuto come unica Luce e Autorità per Chiesa e Stato, in opposizione alla cosiddetta «Chiesa del Reich».

Dopo un periodo iniziale di insicurezza e disorientamento anche le chiese svizzere tornarono a riconoscere il significato di Gesù Cristo come unico Signore e Guida della vita umana, sia nella famiglia che nello Stato. Durante l'assenza di Karl Barth, Eduard Thurneysen a Basilea, e il professor Emil Brunner a Zurigo, erano divenuti gli autorevoli ispiratori della vita ecclesiastica e spirituale in Svizzera.

Rientrato a Basilea da Bonn, con numerose conferenze (che in quei giorni vennero purtroppo in parte vietate) e con le sue letture all'Università di Basilea, Karl Barth contribuì a una nuova comprensione della Bibbia, e quindi anche del significato della nostra Patria elvetica. Non per nulla la croce bianca su sfondo rosso ricorda Gesù Cristo nella Sua qualità di Re degli svizzeri.

Dove vai Elvezia? (torna all'indice)

Dove vai, popolo svizzero con il tuo nazionalismo, socialismo, capitalismo, materialismo, la tua istruzione scolastica, la scienza e la tecnologia?

Nazionalismo (torna all'indice)

Unito alla fede in Gesù Cristo, l'amore per la patria è un atteggiamento buono e promettente nei confronti della vita. Questo ci permette, come cittadini, di distinguere il bene dal male e di essere consapevoli che Dio intende usarci come strumenti della Sua misericordia. Ma senza la fede in Gesù Cristo il nazionalismo diventa una maledizione e una sciagura, come la nostra generazione ha potuto costatare in misura fin troppo evidente.

Socialismo (torna all'indice)

Il socialismo significa progresso per la convivenza umana, maggior giustizia nel rapporto tra beni e lavoro, migliori condizioni di vita per gran parte del nostro popolo. Senza la fede in Gesù Cristo, il socialismo rende l'esistenza umana schiava delle situazioni attuali, suscitando scontentezza e infelicità, malgrado il benessere presente. Applicato con coerenza da Marx e Lenin, esso conduce al materialismo puro, alla dittatura di partito, alla schiavitù e alla repressione.

Capitalismo (torna all'indice)

Accumulare denaro è diventato indispensabile se si vogliono realizzare grandi opere. Tuttavia, nelle mani di singoli individui o di piccoli gruppi, il denaro può tramutarsi in fattore di potere capace di sfruttare intere classi sociali e perfino interi popoli. Gesù Cristo ci ha insegnato che il capitale (il patrimonio in mano a singole persone o gruppi) costituisce un bene dato soltanto in affidamento, da usare al servizio del prossimo e non per esercitare potere e sfruttare il prossimo.

Materialismo (torna all'indice)

Il materialismo è una concezione della vita nella quale contano soltanto il possesso e i soldi. Il valore dell'uomo viene stimato in base ai suoi possedimenti e alle sue capacità finanziarie. Questa mentalità toglie all'individuo la sua dignità umana e conduce all'impoverimento e al rimbambimento spirituale. Gesù Cristo dice: «Nessuno vive perché possiede molti beni! L'uomo non vive soltanto di pane, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio!»

Istruzione (torna all'indice)

L'istruzione scolastica è una caratteristica del Paese di Pestalozzi. È vero, Pestalozzi voleva che nel nostro Paese tutti i bambini, maschi e femmine, ricchi e poveri, potessero beneficiare di un'adeguata formazione scolastica. Quest'ultima doveva loro infondere anche qualche esperienza del Regno di Dio, della grandezza di Dio, del Suo amore e della Sua misericordia.

Oggi la scuola è chiamata soprattutto trasmettere e promuovere l'abilità di guadagnare denaro. Poiché agli occhi di molti il guadagno permette di godersi la vita, esso diventa l'obiettivo principale dell'istruzione e quindi dell'intera esistenza. Gesù Cristo invece insegna che il significato e l'essenza della nostra vita consiste nel servire gli altri. Grazie a questo atteggiamento possono esistere il matrimonio e la famiglia – i pilastri di un popolo sano. È tragico dover costatare che è proprio la moderna formazione scolastica svizzera a sconvolgere i pilastri del nostro popolo.

Scienza (torna all'indice)

Oggi la scienza si è tramutata in campo privilegiato nel quale si esercitano le più alte attività dell'intelletto umano. Essa può vantarsi di enormi successi e progressi mai sperati prima d'ora. Apparentemente non esistono limiti. Tuttavia questi successi e progressi minacciano la nostra stessa esistenza, non soltanto per la bomba atomica, ma anche per la chimica (inquinamento ambientale) e la medicina (medicine e droghe), l'essere umano (ricerca su cellule staminali, embrioni e feti)… La discutibilità di simili progressi scientifici sembra dar credito alle parole dell'Apostolo Paolo: «Dichiarandosi di essere savi, sono diventati stolti» (Romani 1:22). Grazie all'insegnamento di Gesù Cristo, Paolo si era reso conto che la scienza e l'abilità umana hanno i loro limiti proprio là dove cessano di rappresentare un vero servizio per l'umanità.

Tecnologia (torna all'indice)

La tecnologia costituisce il successo tangibile dell'intelletto umano. Essa rende l'uomo orgoglioso e pieno di sé. Sembra che non conosca limiti. Dal momento che si può andare sulla luna, si potranno raggiungere anche altri corpi celesti. Perché no? Ma in che modo questa possibilità favorirà la vita in comune nei matrimoni, nelle famiglie, sul posto di lavoro? Non ha ragione Claudius[3] quando dice: «Wir suchen viele Künste und kommen weiter von dem Ziel» («Siamo alla ricerca di tante tecniche e ci allontaniamo sempre di più dal traguardo»). A Gesù Cristo è dato ogni potere in cielo e in terra, perciò Lui potrà volgere in benedizione per noi anche questi progressi e queste conquiste.

Gesù Cristo ci spinge ad aiutare i miseri (torna all'indice)

Gesù Cristo è la forza promotrice per tutte le opere di misericordia nel mondo, compresa la nostra Svizzera. Nella Sua persona l'autentica compassione umana è venuta sulla terra. Grazie alla prima opera di assistenza ai poveri praticata a Gerusalemme, la compassione è divenuta una concreta possibilità di convivenza. La vita di Gesù, le Sue parole e opere, pur essendo divine, sono allo stesso tempo piene di umanità, un'umanità senza limiti. È questa la ragione della diffusione della fede cristiana in tutto il mondo. Ma quando l'umanità verso il prossimo fallisce, ne deriva un giudizio che colpisce tutti i popoli cristiani, anche quello svizzero.

Gesù Cristo non ha mai smesso di chiamare singole persone del nostro popolo a diventare strumenti di vera umanità. Attraverso queste persone sono sorte numerose opere di misericordia dedicate alla missione interna ed estera.

Gesù Cristo dà coraggio e forza per rimanere saldi (torna all'indice)

Gesù Cristo non appartiene al passato! Egli è risorto, è veramente risorto! Oggi stesso vive in mezzo a noi: Egli parla, insegna, aiuta. Oggi ancora dà significato e contenuto alla nostra ormai discutibile e incerta esistenza. Grazie a Lui sappiamo perché siamo al mondo: essere sale della terra e luce in un mondo di tenebre è il grande significato per ogni vita umana. Oggi siamo chiamati a manifestare alle persone le nostre buone opere, affinché glorifichino il Dio vivente, il nostro Padre celeste.

Anche oggi Gesù Cristo è Colui che dona e aiuta. Nel suo libro sul maestro, Jeremias Gotthelf mostra come la moglie di costui, nel momento più drammatico della sua vita, viene consolata dalle parole di Gesù: «Non siate in ansia per la vostra vita, chiedendovi che cosa mangerete o che cosa berrete… perché il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno.» E riceve nuovo coraggio per vivere e forza per sopportare anche le prove più dure.

Gesù Cristo è l'unico vero Consigliere spirituale perché è Lui stesso la Verità. Egli ci mostra la via da seguire e ci aiuta concretamente a vivere una vita piena di significato e contenuto.

Malgrado ogni discredito e disprezzo, malgrado tutti i tentativi, con l'aiuto della filosofia umana, di far tacere Gesù Cristo o di negare la Sua esistenza, Egli continua a essere presente! Proprio oggi Lui ci parla attraverso le pagine della Bibbia, il sermone della montagna, le Sue parabole, le Sue sofferenze, la Sua morte, la Sua risurrezione. Egli parla oggi ai cittadini svizzeri, affinché non rovinino la loro esistenza per presunzione o stupidità, ma attingano speranza in questo mondo che speranza non ha.

Gesù Cristo dà una speranza viva alla vita (torna all'indice)

Gesù Cristo ci mette a confronto del fatto che niente è impossibile al Dio vivente che possiamo conoscere tramite il Figlio. Perciò, come cristiani, sappiamo che la nostra vita e il nostro futuro non dipendono dalle nostre risorse limitate.

Ma la moderna educazione, l'istruzione scolastica e la scienza influenzano non soltanto i giovani, ma anche i responsabili politici ed economici, in modo che facciano affidamento soltanto sulle loro possibilità umane. Là dove non ne vedono o non ne possono più trovare, si ritrovano al limite delle loro capacità. È per questo che, perfino nella politica e nell'economia, così tante persone hanno un'esistenza che appare senza speranza.

Malgrado stiamo bene e viviamo in un certo benessere, la vita non ha più alcun senso. Ecco perché ci sono tanti suicidi, divorzi, fughe nei piaceri della vita e nei vacui divertimenti. Non ha più senso mettere bambini al mondo in un tempo dove tutta la vita è insensata.

Ma proprio per questo mondo senza speranza è venuto Natale, Venerdì Santo e Pasqua: Gesù Cristo è nato, ha vissuto, ha sofferto ed è risorto, affinché gli uomini, malgrado tutti i loro fallimenti, possano sapere: Cristo il Salvatore è qui!

Il significato della fede cristiana in Svizzera (torna all'indice)

In Nomine Domini, Amen

Con queste parole inizia la Lettera del Patto Federale del 1291. Per la gente dei Waldstätten «Dominus» altro non poteva essere altri che Gesù Cristo. Gli abitanti della Svizzera di quei tempi Lo avevano conosciuto tramite l'opera dei monaci di diversi conventi (per esempio Einsiedeln ed Engelberg) e tramite questi Egli era divenuto il loro Signore – Dominus.

La Confederazione (torna all'indice)

La Confederazione prese il nome dal Patto[4] stipulato sul Grütli. Pronunciare un giuramento significa contrarre un obbligo appellandosi a Dio e assumersi le proprie responsabilità davanti a Lui. In questo senso la «Confederazione» non è una struttura naturale che scaturisce dall'ambiente o dai popoli. L'evoluzione successiva lo ha dimostrato in modo lampante.

«Nel nome di Dio Onnipotente» (torna all'indice)

Queste parole costituiscono il preambolo, l'inizio della nostra Costituzione Federale. Ancor prima esse introducevano il Patto Federale stipulato il 7 aprile 1815 a Zurigo. Le stesse parole vennero anteposte alla nuova Costituzione Federale nel 1848 e 1874. Esse vi sono rimaste fino ad oggi come un marchio inconfondibile all'insegna del quale il Patto dei Confederati è valido. Così come nella vita terrena non si può fare a meno del sole, similmente non si può fare a meno di questo elemento che testimonia l'esistenza della nostra Patria. Come il sole, così anche il Dio onnipotente domina sulla Confederazione svizzera.

La croce bianca su sfondo rosso (torna all'indice)

La bandiera svizzera! E perché non il toro del canton Uri, o un orso o un leone? Perché mai quella piccola croce con la quale in passato i cittadini di Svitto aveva contrassegnato la loro bandiera doveva diventare il segno per tutti i Confederati? La croce bianca su sfondo rosso-sangue ci ricorda, lo si voglia o no, la croce di Gesù Cristo. Sotto la croce, questo strano prodotto che si è dato il nome di Confederazione Elvetica, è depositario di una promessa. All'insegna di questo simbolo possono convivere diverse etnie, classi sociali, professioni e temperamenti. All'insegna di questo simbolo la libertà e la pace diventano una possibilità per gli uomini.

Dominus providebit! (torna all'indice)

Queste belle parole sono incise sulla moneta di cinque franchi. Sono l'ultima parte di un detto risalente alla Guerra dei Trent'anni: «Hominum Confusione et Dei Providentia Helvetia Regitur» («La confusione umana e la provvidenza di Dio governano la Svizzera»). Una volta Karl Barth dichiarò che si dovrebbero incidere queste parole sulla croce svizzera, in modo che sulla trave orizzontale venissero a trovarsi le parole: «Confusione Hominum» e su quella verticale: «Providentia Dei Helvetia Regitur». La parola «Dei» doveva essere collocata al centro della croce. L'intero percorso della storia svizzera, dall'inizio fino ai nostri giorni, è infatti contrassegnato dal disorientamento degli uomini. Oggi risentiamo in misura particolare di questa realtà. Tuttavia l'orizzontale s'interseca con la verticale che proviene dall'alto, da «Providentia Dei Regitur», quindi dalla meravigliosa provvidenza del Dio vivente.

Che cosa fa Gesù Cristo per lo Stato? (torna all'indice)

Gesù Cristo conferisce alla nostra esistenza umana un senso e un contenuto che protegge e custodisce lo Stato, cioè la collettività umana. Con il Suo esempio, le Sue parole e azioni, Egli ha fatto in modo che servire e vivere per gli altri possa diventare lo scopo e l'obiettivo dell'esistenza umana. Tramite la comunità cristiana Egli ci chiama ancora oggi su questa via.

Nella comunità cristiana si prega per lo Stato affinché sia equo, promuova il bene e combatta il male. In tal modo la comunità cristiana fa di più a favore dello Stato di ogni altra organizzazione istituita dall'uomo, un partito, un'associazione o una società.

Ora, nemmeno lo Stato può basarsi su opinioni e pensieri transitori per distinguere ciò che è bene da ciò che è male. Anche qui lo Stato dipende dalla Parola di Dio. Gesù Cristo è l'Autorità Suprema per tutti gli uomini. Solo nell'obbedienza a Lui lo Stato diventa uno Stato equo, in cui gli uomini possono condurre una vita tranquilla e serena.

Gli antichi dieci comandamenti, così come Gesù Cristo li ha spiegati e dimostrati con l'esempio della Sua vita, costituiscono tuttora la protezione che ci impedisce di precipitare dal ponte della nostra esistenza nell'impetuoso torrente del disprezzo di Dio e degli uomini. È infatti dalla comunità cristiana che sono nate la maggior parte delle opere di carità e le istituzioni sociali che oggi fanno parte di uno Stato moderno. L'assistenza ai poveri, le scuole, gli ospedali, la Croce Rossa, la Croce Blu, sono testimoni dell'opera di Gesù Cristo nel nostro Paese.

La Svizzera non è una chiesa, ma una nazione che non è possibile immaginare priva di chiese. Essa non è mai esistita senza chiese e nemmeno oggi è possibile immaginarsela senza la comunità cristiana – né potrà mai esistere senza l'opera di Gesù Cristo nello Stato e nella collettività.

Gesù Cristo e la politica (torna all'indice)

Gesù Cristo non era un esponente politico; Egli si è limitato a impegnarsi a favore del Regno di Dio, non del regno di questo mondo. Eppure proprio questo Lo ha reso il più grande statista di tutti i tempi. Mai uomo ha influenzato la politica – la convivenza degli uomini – in misura così grande come Gesù Cristo.

In Svizzera Gesù Cristo iniziò a far politica dal momento in cui i soldati della Legione Tebea si rifiutarono di offrire i sacrifici richiesti dall'imperatore. I profughi Ursus e Victor a Soletta, e Felix e Regula a Zurigo, posero le autorità romane di fronte alla questione se in Svizzera si debba obbedire agli uomini piuttosto che a Dio.

Per i nostri riformatori Zwingli e Calvino, la priorità assoluta spettava alla proclamazione del Vangelo. Ma proprio così esercitavano la massima influenza sulla guida dello Stato, cioè sulla politica. Non solo la vita del singolo, ma anche la convivenza degli uomini nelle città e nei cantoni doveva darsi una nuova struttura e un nuovo ordinamento tramite Gesù Cristo.

Persone importanti, uomini e donne, che hanno creduto in Gesù Cristo, hanno in vasta misura condizionato fino ad oggi la politica svizzera, cioè la convivenza degli uomini nel nostro Paese. Per questo la nostra Costituzione è inconcepibile senza la fede nel Dio vivente che conosciamo come nostro Signore tramite Gesù Cristo. Le leggi più importanti in campo civile e penale sono influenzate dalla fede in Gesù Cristo. La fede ricopre un ruolo eminente nell'atteggiamento che assumiamo rispetto alle nuove leggi, come per esempio il divorzio, l'aborto, l'eutanasia, la ricerca sulle cellule staminali, la clonazione umana. Ci troviamo davanti alla domanda se siamo sottoposti a un'Autorità Superiore oppure se intendiamo porre noi stessi quale autorità suprema.

Secondo il concetto riformato e cattolico, la fede cristiana non è mai una questione puramente privata, ma sempre privata e collettiva. Questa fede caratterizza prima la nostra vita personale, poi la vita della famiglia, e in seguito della comunità e dello Stato. Non si potrà mai credere e vivere in Gesù Cristo solo per se stessi. Questa fede ci impone degli obblighi nei confronti del prossimo.

In tal modo lo Stato e la Chiesa nella quale viene proclamato il Vangelo di Gesù Cristo formano un'unità dove la priorità spetta alla Chiesa. La Comunità cristiana è più antica dello Stato. Quest'ultimo dovrà essere caratterizzato e plasmato dalla fede in Gesù Cristo nostro Signore e Re, mai viceversa.

Gesù Cristo e il matrimonio (torna all'indice)

L'opinione espressa da Gesù Cristo sul matrimonio è chiara e inequivocabile. Egli fu confrontato direttamente con le questioni matrimoniali da parte di farisei e scribi (da Marco 10:2 e seguenti): «Alcuni farisei si avvicinarono a lui per metterlo alla prova chiedendogli se un marito poteva separarsi dalla moglie. Gesù richiamò alla mente ciò che disse Mosè. Essi risposero: ‹Mosè permise di scrivere un atto di ripudio e di mandarla via.› Ma Gesù disse loro: ‹È per la durezza del vostro cuore che Mosè scrisse per voi quella norma. Ma al principio della creazione Dio li fece maschio e femmina. Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre, e i due saranno una sola carne. Così non sono più due, ma una sola carne. L’uomo, dunque, non separi quel che Dio ha unito!›»

Con queste parole Gesù Cristo ripristina il matrimonio, divenuto un problema già a quei tempi, dichiarandolo ordinamento voluto da Dio nel creato. Come tale esso è anche il fondamento della famiglia nella comunità cristiana. Grazie a Gesù Cristo, nel più importante nucleo sociale della vita umana viene ristabilita l'autorità assoluta di Dio. Se l'uomo pone se stesso come autorità suprema in questo nucleo, l'intera vita umana diventa oggetto di discussione: il matrimonio, la famiglia, i figli, la comunità, il popolo. In tal caso tutto viene abbandonato alle esigenze dell'uomo, al suo arbitrio, ai suoi umori, alle convinzioni e alle opinioni individuali. La nostra generazione è testimone come questo atteggiamento conduca allo smarrimento generale, all'assurdità, alla mancanza di valori e anche a un grande vuoto esistenziale.

La filosofia e la psicologia hanno posto l'uomo e le sue convinzioni al centro della vita. Ma così si ostacola la convivenza. La felicità umana viene percepita nella soddisfazione dei propri istinti e bisogni, invece che nel servizio reciproco facendo uso dei doni ricevuti da Dio.

Gesù Cristo è dunque divenuto il rifondatore del matrimonio e lo è rimasto fino ad oggi. Con le Sue parole Egli restituisce alle donne e agli uomini il loro autentico valore e i giusti pensieri per la convivenza come marito, come moglie e come genitori nella famiglia.

Gesù Cristo e le donne in Svizzera (torna all'indice)

Gesù Cristo ha conferito una nuova dignità alla donna. Secondo l'Antico Testamento (che contiene la storia del peccato originale) la donna è considerata uno strumento del tentatore. Presso i popoli pagani la donna veniva e viene tuttora valutata in questo modo.

Con la nascita di Gesù Cristo la donna è divenuta portatrice della volontà divina. In questo ruolo le donne hanno assunto una nuova importanza nella comunità cristiana. Adempiendo a questo servizio la donna è diventata il centro della famiglia, che è il nucleo più importante per edificare un nazione. Alle donne che oggi parlano di discriminazione nei paesi cristiani si dovrebbe suggerire di emigrare in un paese non cristiano e vivere là per molto tempo.

Nel corso dei secoli sono state donate molte donne al popolo svizzero, senza le quali la storia del nostro Paese sarebbe impensabile. Jeremias Gotthelf ha rappresentato nelle sue opere in modo tangibile e vivo le donne quali strumenti del Signore e del tentatore. In qualità di mogli e madri alle donne è affidato il particolare compito di servire e aiutare, grazie al quale, secondo Schiller, essa può addirittura arrivare a regnare e governare. Ma anche se nubili, le donne hanno comunque svolto da sempre un grande e pregiato compito in Svizzera: nei monasteri, nelle case delle diaconesse, nei servizi sociali e persino nella difesa del Paese. Molte sono diventate pioniere di opere che hanno portato grandi benedizioni.

Gesù Cristo e i bambini (torna all'indice)

Gesù Cristo è l'unico vero amico dei bambini perché ha riconosciuto la loro incomparabile importanza. Egli fece conoscere la loro importanza ai Suoi discepoli e, tramite questi, a tutti gli uomini. «Lasciate che i bambini vengano a me, perché di tali è il Regno dei cieli!» Con queste parole Gesù indica i bambini, presentandoli come persone del tutto speciali. I bambini si distinguono perché sanno a chi appartengono. Per loro è scontato appartenere ai genitori – vicino ai genitori si sentono integrati nell'ordinamento del creato deciso da Dio e quindi nel Regno dei cieli.

Nell'ordinamento della creazione il bambino si sente protetto. Egli è consapevole e sa che gli viene dato tutto: amore, cure, assistenza, cibo, abbigliamento. In tale ordinamento esso si sente sicuro e guidato. In una famiglia dove i genitori credono veramente in Gesù Cristo, è concesso ai bambini di sperimentare il Regno dei cieli. È Gesù Cristo stesso che indica ai genitori ciò che è bene e ciò che è male, giusto e ingiusto, e fa loro anche comprendere la responsabilità che hanno verso i propri figli.

Affinché i genitori possano assumere questo significato per i loro figli, devono a loro volta sapersi inseriti nell'ordinamento del creato. Devono perciò avere anche loro un Signore al quale obbedire. Devono pure essere consapevoli a chi appartengono, di chi sono proprietà. È questo che Gesù intende con le parole: «Se non vi ravvedete e non diventerete come i bambini, non potrete entrare nel Regno dei cieli!» I bambini sono d'esempio agli adulti perché sanno spontaneamente a chi appartengono.

Gesù Cristo e le scuole (torna all'indice)

Nell'impartire il mandato missionario, il Risorto ordinò ai Suoi discepoli: «Insegnate a tutte le genti!» Insegnare e imparare sono attività che caratterizzano la fede in Gesù Cristo. Le prime scuole in Svizzera vennero fondate e gestite dai monasteri. Le più famose erano la scuola del Convento di San Gallo e il Carolinum di Zurigo. In queste scuole, che potevano essere frequentate soltanto da un'élite del popolo, oltre alle materie elementari di lettura e scrittura veniva insegnata la conoscenza del latino e del greco, e soprattutto della Bibbia.

Tramite la Riforma le scuole acquistavano importanza per la vita di tutto il popolo. L'obiettivo era un'istruzione popolare generale. Questa meta non fu raggiunta a causa di ostacoli politici ed economici. Toccò alla Rivoluzione Francese spezzare i privilegi dell'aristocrazia. Sotto l'influenza del pensiero di Rousseau, Pestalozzi riconobbe l'importanza della scuola per tutti i bambini, maschi e femmine, ricchi e poveri. Enrico Pestalozzi divenne il precursore della scuola popolare non solo in Svizzera, ma in tutta l'Europa.

Purtroppo l'Illuminismo e il Razionalismo del 19° e 20° secolo hanno dato origine a un'interpretazione sbagliata della pedagogia di Pestalozzi, separando il suo pensiero sulla scuola e l'educazione dalla fede e dal pensiero cristiano. Egli era sì un umanista, ma umanista cristiano. Un aneddoto ci mostra l'atteggiamento del popolare Maestro: si racconta come Pestalozzi, recandosi a piedi da Brugg a Basilea recitava il «Padre Nostro»; arrivato a Basilea non era ancora giunto all'ultima supplica. Quando vedeva i bambini poveri, Pestalozzi pensava al Regno e alla volontà di Dio. Con la formazione scolastica e l'educazione voleva loro consentire di sperimentare il Regno di Dio, il Suo aiuto, la Sua grazia e la Sua bontà.

Pestalozzi e Gotthelf hanno contribuito in misura decisiva al fatto che fino ad oggi non si può concepire il popolo svizzero senza fede in Gesù Cristo. Questa fede ha inoltre conservato la democrazia, dandoci uomini quali Nicolao della Flüe, Huldrych Zwingli, Giovanni Calvino, il generale Henri Dufour, Eugen Huber, Carl Hilty, Max Huber, Leonhard Ragaz, Karl Barth, il generale Guisan, Emil Brunner, Eduard Thurneysen e molti altri, comprese numerose donne.

La democrazia svizzera, anzi qualsiasi forma di democrazia, è inconcepibile senza la fede in Gesù Cristo. Solo questa fede pone l'obbedienza ai comandamenti di Dio e il servizio al prossimo al centro del pensiero e dell'azione umana. Solo in questo modo è possibile la democrazia come forma di convivenza.

Gesù Cristo e l'economia (torna all'indice)

Nella parabola dei talenti e del ricco possidente Gesù si pronuncia sull'economia e con ciò sull'attività lucrativa dell'uomo. Nella prima parabola l'efficiente impegno per conseguire un guadagno viene elogiato con le parole: «Buono e fedele servitore; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose.» La pigrizia, invece, ha per conseguenza una condanna. Dall'altra parte nella parabola del ricco stolto Gesù mostra come accumulare beni può condurre alla stoltezza.

Gesù ha dato notevoli impulsi all'economia, e di conseguenza al lavoro umano. Grazie al lavoro, l'Europa – il continente dove il messaggio di Gesù Cristo in passato ha trovato la massima diffusione – ha acquistato particolare importanza su tutta la terra. La promessa fatta al servo fedele è divenuta realtà, essendo l'Europa e la Svizzera tra i più ricchi paesi del mondo.

La parabola del ricco possidente che Gesù Cristo ha chiamato stolto è comunque attuale. Il termine ‹capitale›, in passato sinonimo di ‹promessa› perché fornitore di posti di lavoro, sotto molti aspetti oggi si è tramutato in maledizione. Avendo trascurato l'insegnamento di Gesù Cristo, il cosiddetto capitalismo è diventato uno strumento di sfruttamento e di oppressione.

A sua volta, il socialismo, la nuova forma economica fondata per sostenere la classe operaia sfruttata, nella nostra era senza fede ha portato le peggiori dittature e repressioni dell'uomo.

La nostra generazione ha fatto questa duplice esperienza. Vediamo che qualsiasi forma di economia – capitalismo, socialismo o comunismo – senza la fede in Gesù Cristo diventa distruttiva. Ma Gesù Cristo non appartiene al passato. Egli vive oggi stesso! Perciò ogni forma di economia può diventare una benedizione per mezzo di persone che si lasciano guidare da Gesù Cristo.

Gesù Cristo e gli ammalati (torna all'indice)

Quando Gesù Cristo dice: «Non sono i sani ad aver bisogno del medico, ma gli ammalati», Egli vede tutti gli uomini come malati, persone bisognose d'aiuto, che devono essere curate e guarite. Per colpa del peccato originale, la prima disobbedienza a Dio, tutti gli uomini sono diventati ammalati. Perciò la buona notizia proclama: «È giunto Cristo, il Salvatore, il medico!»

Le persone ammalate fisicamente erano le prime a riconoscere questo significato di Gesù Cristo. «Aiutami!», «Guariscimi!», «Se Tu vuoi, puoi rendermi puro!». Con queste suppliche i lebbrosi, i ciechi, i paralitici si recavano da Lui. Lo conoscevano vero medico capace di aiutare ogni ammalato. Se una persona ha riconosciuto Gesù Cristo come suo Medico, Redentore e Salvatore, è guarita veramente; diventa una persona sana nella fede in Gesù Cristo, persino quando il suo dolore fisico continua.

È questa la salute alla quale Gesù Cristo vuole e può condurre ogni uomo. Tramite la fede in Gesù Cristo in ogni tempo sono state accordate al nostro popolo svizzero delle persone veramente sane, persino quando erano costrette a subire sofferenze fisiche oppure torti a causa della cattiveria umana.

Gesù Cristo e lo sport (torna all'indice)

Gesù Cristo dice: «Chi vorrà salvare la sua vita, la perderà. Ma chi avrà perduto la propria vita per amor mio, la salverà. Che giova infatti all’uomo, se guadagna tutto il mondo e poi perde la propria anima?» Con queste parole Egli valuta i nostri sforzi umani per conservare la vita. Di questi sforzi fa parte anche lo sport, che serve a conservare le salute. Con il motto «Mens sana in corpore sano» («Mente sano un in corpo sano») lo sport è diventato uno dei fattori più importanti della nostra vita sociale.

Per Gesù Cristo il senso dell'esistenza non consiste nel conservare la propria vita, ma nella dedizione, nel servizio e nel sacrificio per il Regno di Dio. Gli esercizi fisici oggi consentono di conquistare interi regni – il mondo intero. Ma a che giova se l'anima ne subisce un danno? Non è il corpo, ma l'anima che rende l'uomo umano. La Grecia con il suo entusiasmo per lo sport è tramontata, l'Impero Romano con la sua alta stima dello sport è tramontato, mentre la comunità cristiana continua a esistere anche dopo 2000 anni.

Oggi Gesù Cristo parla ai nostri atleti, per i quali i primati e le vittorie sono diventati la meta, il senso e il contenuto della vita, e chiede: «Che vantaggio ne traete per il vostro essere umano? Lo sport moderno si pone effettivamente al servizio della salute del singolo e del popolo?» Alcuni riusciranno a rafforzare il proprio corpo tramite l'attività fisiche, altri riusciranno a conseguire traguardi e ottenere allori – ma non esiste forse il pericolo che la loro anima ne subisca un danno che si manifesterà nel matrimonio o nella famiglia? Chi desidera conservare la propria vita con lo sport, corre il pericolo di perderla.

Gesù Cristo, la psicologia e la psichiatria (torna all'indice)

Gesù Cristo era e rimane il miglior psicologo che sia mai esistito. Per psicologia oggi intendiamo la scienza dell'anima, per psichiatria la sua terapia. La psicologia come scienza studia la vita dell'anima di singole persone, e con la psichiatria si cerca di aiutare la persona sofferente ricorrendo alle conoscenze acquisite. Il professor Freud ha analizzato i processi dell'anima e ne ha esposto le correlazioni. L'ambiente, l'educazione, le caratteristiche fisiche, l'impulso sessuale, e il complesso di Edipo svolgono un ruolo importante. Da queste cognizioni sarebbe dovuta nascere la giusta comprensione e in seguito anche l'aiuto per il singolo paziente. L'aiuto proviene allora dalla persona stessa oppure dallo psichiatra al quale il paziente è legato.

Per Gesù Cristo il fattore più importante non è la conoscenza dell'uomo, ma la percezione di Dio. Dalla percezione di Dio scaturisce la vera conoscenza dell'uomo. Essa consiste nel sapere che ogni uomo è peccatore e subisce gli effetti del suo peccato, commesso consciamente o inconsciamente. Il primo soccorso sta nell'eliminare il peccato – dunque nel perdono. Ecco perché Gesù dice al paralitico: «I tuoi peccati ti sono perdonati.» Questo aiuto però non proviene dall'interiore dell'uomo stesso, ma da fuori, dall'incontro con Gesù Cristo. Fu un tale incontro che salvò Martin Lutero dalla disperazione. Da quel momento egli fu consapevole del perdono del suo peccato e di avere un Dio misericordioso. Dopo una simile esperienza e con questa certezza, rimane una sola risposta per dar senso alla vita: la gratitudine. L'uomo riconoscente a Dio per la Sua bontà e misericordia è un uomo sano.

La nostra generazione deve porsi la domanda se in avvenire desidera costruire il proprio futuro sulla scienza, estremamente discutibile, della psicologia che si contraddice e muta in continuazione, oppure sulla fede in Gesù Cristo, tramite il quale possiamo sempre e nuovamente ricevere la certezza del perdono.

Gesù Cristo e l'arte (torna all'indice)

Nessun altro nome sotto il sole ha influenzato in misura più decisiva, direttamente o indirettamente, i grandi artisti come il nome di Gesù Cristo. Non esiste praticamente museo d'arte in Europa che non ci ricordi Gesù Cristo.

Gesù Cristo ha conferito all'arte un nuovo senso, per così dire un compito: ora l'artista è chiamato a contribuire alla proclamazione del Vangelo. Così l'arte si mette al servizio della verità. Tramite Gesù Cristo, la verità della nostra vita comprende il bello, ma anche il dolore, la sofferenza, l'uomo in tutte le età e tutte le situazioni, la natura intera, i fiori nei campi e gli uccelli sotto il cielo. Dappertutto incontriamo la mano del Dio vivente che possiamo conoscere come nostro Padre tramite Gesù Cristo.

L'arte che si mette al servizio di Dio ebbe inizio nelle catacombe con i primi simboli cristiani, poi nella costruzione delle chiese e cattedrali, a cominciare dai fondamenti (la croce) fino alla decorazione con immagini, sculture e vetrate. Tutto ciò serviva a istruire il popolo illetterato. Durante il Rinascimento (circa 15° e 16° secolo) l'arte raggiunse il suo apice con i grandi artisti Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello, Dürer, Holbein, Grünewald, Rembrandt, accanto a molti altri le cui opere possono essere ammirate nei nostri musei d'arte.

In linea di massima in ogni campo l'arte si mette al servizio di Gesù Cristo aprendo all'uomo gli occhi sulla Verità. Anche alla Svizzera furono donati simili artisti, si pensi ad Anker, Schütz, Segantini, Koller, Stückelberg, Böcklin e molti altri.

In opposizione a questo genere d'arte si trova l'arte moderna che non vuole più fare da serva, ma esistere soltanto per se stessa. L'arte moderna, alla pari di qualsiasi oggetto che non serve più, è divenuta inutile e priva di senso. Per la vita quotidiana è diventata vuota e senza importanza. Essa non dà niente all'uomo, non gli è di alcuna utilità.

Anche in musica l'arte si fa serva nelle opere dei grandi compositori Bach, Mozart, Beethoven, Haydn, Händel che annunciano la gloria di Dio in oratori, sinfonie e anche in semplici canti. Essa può tuttavia anche degradare a semplice divertimento musicale che illude l'uomo sulla realtà al solo scopo di far soldi.

Gesù Cristo e l'ecumenismo (torna all'indice)

Gesù Cristo prega: «Padre Santo, conservali nel Tuo Nome, essi che Tu mi hai dato, affinché siano uno, come noi» (Giovanni 17). Queste parole rappresentano il fondamento dell'ecumenismo – il vivere assieme – per tutti i cristiani che riconoscono Gesù come loro unico Signore e Maestro. L'ecumenismo può venire solo dall'alto, cioè da Cristo. Egli desidera che siamo uno, nonostante le differenze di tradizioni e interpretazioni. Nemmeno i riformatori avevano intenzione di causare uno scisma, ma miravano soltanto al rinnovamento di una Chiesa il cui capo è Gesù Cristo.

Nel corso di molti secoli si continuava a sottolineare la differenza tra le confessioni e denominazioni. All'arcivescovo Söderblom spetta il grande merito di aver lanciato, dopo la prima guerra mondiale, un appello a tutti i cristiani invitandoli a vedere e porre in primo piano ciò che li accomuna. L'unico elemento che veramente unisce tutti i cristiani è Gesù Cristo. Egli è il Signore vivente che conosciamo tramite la testimonianza del Nuovo Testamento. Tutto dipende dalla nostra decisione: se vogliamo sottoporci unicamente alla Sua sovranità, oppure continuare a consentire ad altri e sempre nuovi padroni, ad altre autorità, di regnare sopra la nostra vita.

Per i protestanti sussiste il pericolo di autonominarsi signori positivisti o liberali delle Sacre Scritture, ponendosi così al di sopra di Gesù Cristo stesso. Per i cattolici il pericolo si nasconde nella tradizione del papato, nella venerazione dei santi e in quella mariana. Occorre comunque riconoscere che dal Concilio Vaticano secondo in poi Gesù Cristo viene di nuovo posto maggiormente al centro del servizio divino e dell'annunciazione.

Le organizzazioni ecclesiastiche, le confessioni, le denominazioni, i gruppi e le associazioni sono destinati a scomparire. Nella metamorfosi dei tempi solo Gesù Cristo rimane. Egli vive anche oggi come Unico e Vero Signore. Egli desidera il bene degli uomini e sa anche come provvedervi. Le organizzazioni ecclesiastiche hanno importanza entro i limiti in cui si lasciano usare come strumenti al servizio di Gesù Cristo.

Gesù Cristo era e rimane il destino della Svizzera

 

Appendice:
Appello del 1893 per il Giorno del Digiuno Federale
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«Noi, Sindaco e Municipio della Città di Berna, trasmettiamo a tutti i nostri cari e fedeli concittadini della Città e della Nazione la nostra benevolenza, e informiamo:

Pregate e ravvedetevi, a questo ci chiama Dio attraverso i Suoi profeti; il nostro Dio, nostro Padre, che ha dato il Suo Figlio unigenito e amato per il perdono di una generazione peccatrice e ingrata. E oggi questa chiamata al pentimento raggiunge noi più fortemente e più distintamente, poiché così tanti eventi ci rammentano la fugacità di ogni cosa terrena e attirano i nostri pensieri verso Colui che tiene nelle Sue mani i destini degli uomini. L'angelo della morte agita la sua falce con vigore, e a migliaia cadono i figli della polvere. La saggezza umana non ha potuto por limite alla disastrosa epidemia, soltanto l'Onnipotente vi metterà fine. La fiamma della guerra opera devastatrice in più di una nazione, e affligge di migliaia di ferite coloro che ne sono provati; la discordia si introduce attraverso le nazioni portando distruzione e scioglie gli stretti legami che per secoli univano intere generazioni. Sì, l'Europa intera vacilla e guarda con ansietà al suo futuro: questi sono davvero giorni che invitano al pentimento!

Finora la nostra Patria è stata risparmiata da una parte di questi mali; finora le guerre e le epidemie non l'hanno colpita. Per cui ringraziamo seriamente Dio, ma non semplicemente con le parole, ma con il nostro cammino. Non è ringraziamento sincero, se non quando è unito al timore reverenziale verso Colui che dona e all'uso fedele dei doni stessi. Purtroppo non possiamo vantarci di esser stati fedeli a tale riconoscenza: il nostro cammino non era al cospetto di Dio, poiché ai disturbi morali che abbiamo lamentato già in passato – come l'indifferenza alla religione, la superficialità, l'immoralità sessuale, la superbia e la sfrenatezza – se ne sono aggiunti dei nuovi: disobbedienza alle leggi, frequentazione eccessiva delle bettole, omissione degli affari professionali e crescente alienazione della vita domestica.

Ma non solo quelli che devono riconoscere la loro colpa in queste trasgressioni, ma noi tutti, tutti abbiamo peccato, in ogni ceto del popolo, in tutte le età siamo in molti modi mancanti verso i precetti del Padre onnipotente, precetti che ha dato agli uomini per il loro benessere affinché ottengano la vita eterna. Tutti abbiamo meritato punizione e correzione. Perciò ravvediamoci sinceramente e supplichiamo Dio che non ci punisca secondo le nostre colpe, ma che ci perdoni per amore di Suo Figlio, nostro Salvatore. Chiediamo all'Onnipotente che ci doni il Suo Spirito Santo e buono, affinché in futuro noi viviamo secondo la Sua volontà più che finora.

Coltivate il timor di Dio! Dapprima ognuno nel suo proprio cuore, poi nella sua casa e con questo in tutto popolo. Il timor di Dio è il fondamento della felicità. Mediante il timor di Dio i nostri padri hanno preservato un tempo l'ordine e la disciplina; con esso sono diventati laboriosi, appagati, gioiosi in ogni mansione; con esso erano forti in ogni pericolo e fiduciosi nell'ora della morte. Supplichiamo per ottenere questo bene prezioso, che possa nuovamente trovarsi presso di noi.

A questa bella virtù si unisca poi l'amore per il prossimo, questa condizione indispensabile per la soddisfazione interiore. Il cuore vien da esso nobilitato e la vita abbellita. Oh, perciò allontaniamo dai nostri cuori ogni passione malvagia, ogni odio, ogni invidia, ogni vendetta, ogni egoismo che ci separano dal Regno di Dio, e attraverso i quali ogni felicità viene distrutta e ogni bene diventa privo di valore. Esercitate l'amore e la benevolenza, affinché l'amore di Dio sia con voi. Aiutate dove potete aiutare, mitigate la sofferenza e la miseria dove le trovate.

Un appello urgente vi viene lanciato nella sfortuna inaspettata e grande che ha colpito alcune regioni della nostra Patria. Acquazzoni continui, e poi la rapida fusione delle nevi tramite un vento tiepido, hanno ingrossato le acque d'alta montagna in modo tale che i terribili flussi hanno spazzato via ponti, strappato strade, distrutto case e inondato le valli ricoprendo molti luoghi con sabbia e pietrame. È vero che ci siamo affrettati a soccorrere gli sfortunati con l'aiuto delle autorità, ma questo non basta. Il bisogno è grande, la miseria molteplice. Il vostro animo cristiano, il vostro cuore amorevole, darà buona prova di sé anche questa volta.

Per l'ultima volta, cari concittadini, vi annunciamo il giorno di preghiera. Possa il nostro appello essere accolto in molti e risvegliare il senso del pentimento che porta alla vita eterna. Supplichiamo Dio, l'onnipotente Creatore e Padre, che perdoni anche a noi, secondo la Sua longanimità, che non ci giudichi secondo quanto meritiamo, ma secondo la Sua grazia nel il nostro Salvatore. Imploriamo la Sua benedizione per il Paese che abbiamo finora amministrato.

Affinché però la solennità del giorno di Preghiera corrisponda anche al silenzio esteriore, noi prescriviamo che tanto il giorno prima, a partire dalle tre di pomeriggio, fino al giorno della solennità stessa, ogni osteria e bettola sia chiusa per tutti, eccetto per i viandanti.»

 

Berna, il 24 agosto 1893

Cancelleria della città di Berna

 

 

Conclusione:
La Svizzera non può esistere senza speranza (torna all'indice)

La speranza appartiene all'essenza della natura umana. La speranza per l'esistenza umana è come l'ossigeno per i polmoni. Se togli l'ossigeno, la morte sopravviene tramite soffocamento. Se all'uomo togli la speranza, sopravviene un'insufficienza respiratoria che si chiama disperazione e che conduce a una paralisi delle forze psichiche e spirituali tramite un sentimento di nullità e d'inutilità della vita.

La speranza è l'aspettativa di qualcosa di buono, di qualcosa di decisivo per l'esistenza umana.

Noi siamo convinti che c'è speranza per i cittadini svizzeri, e perciò anche per la Svizzera come Nazione. Più precisamente nella persona di Gesù Cristo. Egli era ed è l'Unica Speranza per te e per la Svizzera!

Karl Schenkel (torna all'indice)

Karl Schenkel (1896 - 1983), parroco della chiesa evangelica riformata svizzera, nel corso della sua vita ha pubblicato numerosi scritti informativi e didattici. Nel 1979 ha redatto il libretto «Gesù Cristo nella Svizzera – una nuova storia della Svizzera». Il pastore Schenkel vi descrive in grandi linee l'opera di Dio nella nostra nazione attraverso i secoli.

Werner Woiwode (torna all'indice)

A partire dal 1994, dopo che sotto la spinta di Werner e Regula Woiwode in tutte le capitali cantonali avevano avuto luogo riunioni di preghiera interconfessionali in cui si pregava per il governo e il popolo svizzero, il servizio d'intercessione si è diffuso sempre di più. Nell'estate del 1997 è stata fatta una marcia di preghiera (la «marcia della croce») attraverso tutta la Nazione, dall'estremo Nord al Sud e dall'estremo Est all'Ovest, di volta in volta da un confine all'altro. L'incontro finale di questa marcia di preghiera, durata sette settimane, ha avuto luogo il giorno del Digiuno Federale, sulla Piazza Federale a Berna, dove si sono riuniti 6'000 cristiani provenienti da tutto il Paese. Al fine di realizzare e sostenere personalmente i compiti che ne sono derivati, è stata fondata l' «Associazione Abrahamo» con sede a Stein am Rhein. L'Associazione Abrahamo ha lo scopo di favorire il servizio di riconciliazione, di preghiera e d'intercessione, sul fondamento del Vangelo di Gesù Cristo. L'obiettivo è che gli uomini siano riconciliati con Dio e gli uni con gli altri.

Werner Woiwode collabora inoltre nei comitati direttivi di diversi movimenti di preghiera nazionali e internazionali. Recentemente ha riscoperto l'attualità del messaggio di questo libretto, che risponde dando speranza in questo tempo di grandi turbamenti e di insicurezze che ne derivano.

 



[1]   Una legione romana di soldati cristiani provenienti da Tebe, nell'Alto Egitto, spedita in Italia e in Svizzera da Diocleziano alla fine del 3° secolo per dar manforte a Massimiliano.

[2]     Martin Lutero: «Von der Freiheit eines Christenmenschen» («Della libertà di un cristiano»).

[3]     Matthias Claudius, autore di bellissimi inni religiosi che rivelano una profonda fede.

[4]     Confederazione: in tedesco «Eidgenossenschaft», cioè «Alleanza basata su un giuramento».

 

Pubblicazione in formato opuscolo

Associazione Abrahamo
Casella Postale 98
CH-8260 Stein am Rhein 1
www.verein-abraham.ch
abraham@active.ch

Prima pubblicazione sul web

Settembre 2002 - Ultimo aggiornamento 06.04.09

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