Appello del 1893
per il Giorno del Digiuno Federale

«Noi, Sindaco e Municipio della Città di Berna, trasmettiamo a tutti i nostri cari e fedeli concittadini della Città e della Nazione la nostra benevolenza, e informiamo:

Pregate e ravvedetevi, a questo ci chiama Dio attraverso i Suoi profeti; il nostro Dio, nostro Padre, che ha dato il Suo Figlio unigenito e amato per il perdono di una generazione peccatrice e ingrata. E oggi questa chiamata al pentimento raggiunge noi più fortemente e più distintamente, poiché così tanti eventi ci rammentano la fugacità di ogni cosa terrena e attirano i nostri pensieri verso Colui che tiene nelle Sue mani i destini degli uomini. L'angelo della morte agita la sua falce con vigore, e a migliaia cadono i figli della polvere. La saggezza umana non ha potuto por limite alla disastrosa epidemia, soltanto l'Onnipotente vi metterà fine. La fiamma della guerra opera devastatrice in più di una nazione, e affligge di migliaia di ferite coloro che ne sono provati; la discordia si introduce attraverso le nazioni portando distruzione e scioglie gli stretti legami che per secoli univano intere generazioni. Sì, l'Europa intera vacilla e guarda con ansietà al suo futuro: questi sono davvero giorni che invitano al pentimento!

Finora la nostra Patria è stata risparmiata da una parte di questi mali; finora le guerre e le epidemie non l'hanno colpita. Per cui ringraziamo seriamente Dio, ma non semplicemente con le parole, ma con il nostro cammino. Non è ringraziamento sincero, se non quando è unito al timore reverenziale verso Colui che dona e all'uso fedele dei doni stessi. Purtroppo non possiamo vantarci di esser stati fedeli a tale riconoscenza: il nostro cammino non era al cospetto di Dio, poiché ai disturbi morali che abbiamo lamentato già in passato – come l'indifferenza alla religione, la superficialità, l'immoralità sessuale, la superbia e la sfrenatezza – se ne sono aggiunti dei nuovi: disobbedienza alle leggi, frequentazione eccessiva delle bettole, omissione degli affari professionali e crescente alienazione della vita domestica.

Ma non solo quelli che devono riconoscere la loro colpa in queste trasgressioni, ma noi tutti, tutti abbiamo peccato, in ogni ceto del popolo, in tutte le età siamo in molti modi mancanti verso i precetti del Padre onnipotente, precetti che ha dato agli uomini per il loro benessere affinché ottengano la vita eterna. Tutti abbiamo meritato punizione e correzione. Perciò ravvediamoci sinceramente e supplichiamo Dio che non ci punisca secondo le nostre colpe, ma che ci perdoni per amore di Suo Figlio, nostro Salvatore. Chiediamo all'Onnipotente che ci doni il Suo Spirito Santo e buono, affinché in futuro noi viviamo secondo la Sua volontà più che finora.

Coltivate il timor di Dio, dapprima ognuno nel suo proprio cuore, poi nella sua casa e con questo in tutto popolo, il timor di Dio è il fondamento della felicità. Mediante il timor di Dio i nostri padri hanno preservato un tempo l'ordine e la disciplina; con esso sono diventati laboriosi, appagati, gioiosi in ogni mansione; con esso erano forti in ogni pericolo e fiduciosi nell'ora della morte. Supplichiamo per ottenere questo bene prezioso, che possa nuovamente trovarsi presso di noi.

A questa bella virtù si unisca poi l'amore per il prossimo, questa condizione indispensabile per la soddisfazione interiore. Il cuore vien da esso nobilitato e la vita abbellita. Oh, perciò allontaniamo dai nostri cuori ogni passione malvagia, ogni odio, ogni invidia, ogni vendetta, ogni egoismo che ci allontanano dal Regno di Dio, e attraverso i quali ogni felicità viene distrutta e ogni bene diventa privo di valore. Esercitate l'amore e la benevolenza, affinché l'amore di Dio sia con voi. Aiutate dove potete aiutare, mitigate la sofferenza e la miseria dove le trovate.

Un appello urgente vi viene lanciato nella sfortuna inaspettata e grande che ha colpito alcune regioni della nostra Patria. Acquazzoni continui, e poi la rapida fusione delle nevi tramite un vento tiepido, hanno ingrossato le acque d'alta montagna in modo tale che i terribili flussi hanno spazzato via ponti, strappato strade, distrutto case e inondato le valli ricoprendo molti luoghi con sabbia e pietrame. È vero che ci siamo affrettati a soccorrere gli sfortunati con l'aiuto delle autorità, ma questo non basta. Il bisogno è grande, la miseria molteplice. Il vostro animo cristiano, il vostro cuore amorevole, darà buona prova di sé anche questa volta.

Per l'ultima volta, cari concittadini, vi annunciamo il giorno di preghiera. Possa il nostro appello essere accolto in molti e risvegliare il senso del pentimento che porta alla vita eterna. Supplichiamo Dio, l'onnipotente Creatore e Padre, che perdoni anche a noi, secondo la Sua longanimità, che non ci giudichi secondo quanto meritiamo, ma secondo la Sua grazia nel il nostro Salvatore. Imploriamo la Sua benedizione per il Paese che abbiamo finora amministrato.

Affinché però la solennità del giorno di Preghiera corrisponda anche al silenzio esteriore, noi prescriviamo che tanto il giorno prima, a partire dalle tre di pomeriggio, fino al giorno della solennità stessa, ogni osteria e bettola sia chiusa per tutti, eccetto per i viandanti.»

 

Berna, il 24 agosto 1893
Cancelleria di Berna

 

 

Prima pubblicazione sul web

Settembre 2002 - Ultimo aggiornamento 06.04.09

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