Eravamo a Haifa, nel dicembre del 1999. Discutevo con il vicesindaco della città in occasione della celebrazione per l'arrivo del 100° viaggio di Ebenezer. Egli era arrivato in Israele appena sette anni prima; è significativo che fossero stati proprio dei cristiani ad aiutarlo nell'immigrazione.
Alcune persone pensano che aiutare gli ebrei nell'Aliyah – il ritorno verso Israele – sia uno spreco del denaro di Dio. Gustav Scheller, fondatore di Ebenezer, ha spesso sottolineato che questo compito è sacro e prezioso per il cuore di Dio. Approvo. Sono convinto che i cristiani dovrebbero prender parte a questo compito sempre più urgente. Ecco alcuni motivi per cui noi lo facciamo.
Se l'amore di Dio Padre raggiunge i nostri cuori e li riempie, cominciamo ad amare tutte le cose che Lui stesso ama. Dio ama il popolo ebraico – perciò lo amiamo anche noi. Sostenendo gli ebrei, Egli mostra loro il Suo amore: «Io voglio ricordare le bontà del Signore, le lodi del Signore, considerando tutto quello che il Signore ci ha elargito. Ricorderò il gran bene che ha fatto alla casa d'Israele… Egli aveva detto: ‹Certo, essi sono il mio popolo…› Fu il loro salvatore in tutte le loro angosce. Non fu un inviato, né un angelo, ma lui stesso a salvarli. Nel suo amore e nella sua benevolenza egli li redense. Se li prese sulle spalle e li portò…» (Isaia 63:7-9)
Quando i cristiani portano a casa gli ebrei, esprimono concretamente il profondo amore di Dio per loro. Isaia ha predetto che negli ultimi giorni questo avverrà: «Ecco, io alzerò la mia mano verso le nazioni, innalzerò la mia bandiera verso i popoli. Ed essi ti ricondurranno i tuoi figli in braccio, ti riporteranno le tue figlie sulle spalle.» (Isaia 49:22)
La salvezza ci è stata portata dagli ebrei (Giovanni 4:22). L'apostolo Paolo riconferma e rafforza l'affermazione di Gesù, quando, riguardo agli ebrei, dice: «… gli Israeliti – ai quali appartengono l'adozione, la gloria, i patti, la legislazione, il servizio sacro e le promesse; ai quali appartengono i padri, e dai quali proviene, secondo la carne, il Messia, che è sopra tutte le cose, Dio benedetto in eterno. Amen!» (Romani 9:4-5)
Inoltre Paolo aggiunge che il nostro debito nei loro confronti è di natura materiale: «Se i gentili hanno avuto parte dei loro beni spirituali, devono anche sovvenire loro nei beni materiali.» (Romani 15:27) Il sostegno materiale dell'Aliyah è semplicemente un'espressione dell'amore del quale siamo debitori nei confronti degli ebrei. Perciò i doni finanziari per quest'opera non hanno niente a che fare con lo spreco.
Leggete cosa dice in merito a ciò il profeta Ezechiele: «Io vi farò uscire dalle nazioni, vi radunerò da tutti i paesi, e vi ricondurrò nel vostro paese. Vi aspergerò d'acqua pura e sarete puri. Io vi purificherò di tutte le vostre impurità e di tutti i vostri idoli. Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne. Metterò dentro di voi il mio Spirito e farò in modo che camminerete secondo le mie leggi, e osserverete e metterete in pratica le mie prescrizioni. Abiterete nel paese che io diedi ai vostri padri, sarete il mio popolo, e io sarò il vostro Dio.» (Ezechiele 36:24-28)
Esaminando attentamente Ezechiele 20:42 ed Ezechiele 37:27 appare evidente che molti ebrei torneranno al Signore solo dopo essere ritornati nella loro terra.
Questo è in armonia con la parola profetica di Dio: «Passate, passate per le porte! Preparate la via per il popolo! Appianate, appianate la strada, rimuovete le pietre! Alzate una bandiera davanti ai popoli! Ecco, il Signore proclama fino agli estremi confini della terra: ‹Dite alla figlia di Sion: Ecco la tua salvezza giunge. Ecco egli ha con sé il suo salario, la sua retribuzione lo precede.›» (Isaia 62:10-11)
Nel suo romanzo ‹Ivanhoe›, Sir Walter Scott riferisce i tentativi infruttuosi di un cavaliere di convertire una ragazza ebrea al cristianesimo. «Non vi invidio per la vostra religione: perché è costantemente sulle vostre labbra, ma molto lontana dei vostri cuori», disse la ragazza al cavaliere. Purtroppo e tragicamente, gli ebrei hanno ricevuto dalla Chiesa più odio che amore. Non solo abbiamo mancato di rimuovere gli ostacoli dalla via, ma ne abbiamo perfino innalzati molti noi stessi.
È incredibile che la Chiesa, pur essendo debitrice verso gli ebrei, sia rimasta prevalentemente muta durante l'Olocausto. Come abbiamo potuto ignorare le parole di Paolo in Romani 11:11 che «a causa della loro caduta la salvezza è giunta agli stranieri, per provocare la loro gelosia»? Durante gli ultimi venti secoli gli ebrei ci hanno invidiato raramente. Ma questo può cambiare, se li aiutiamo a ritornare nella terra a loro promessa. «Cosa vedo nei tuoi occhi?», ha chiesto un'ebrea che faceva Aliyah a un collaboratore di Ebenezer. «Noi sappiamo cosa significa essere odiati, ma tu ci ami!»
Oggi l'antisemitismo mostra nuovamente il suo brutto volto, particolarmente nell'ex Unione Sovietica. Come reagiremo a ciò? Aiutare gli ebrei a ritornare a casa richiede sacrifici, ma il premio ha un valore eterno. E tutto ciò che facciamo di bene agli ebrei, sgombera ostacoli sulla via della loro salvezza.
«Il Signore disse ad Abramo: ‹Parti dal tuo paese, dal tuo parentado e dalla casa di tuo padre, e va' nel paese che io ti mostrerò. Io farò di te una grande nazione e ti benedirò… e tu sarai fonte di benedizione! Benedirò quelli che ti benediranno… e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra!›» (Genesi 12:1-3)
Israele è la chiave per il risveglio e la benedizione mondiale. Quando poi Israele verrà alla fede, causerà un'esplosione spirituale che supererà di molto la Pentecoste. «Se infatti il loro rifiuto ha segnato la riconciliazione del mondo, quale potrà mai essere la loro riammissione, se non una risurrezione dai morti?» (Romani 11:15)
Là dove noi contribuiamo a portare gli ebrei in patria e ad appianare la via della loro salvezza, costruiamo contemporaneamente la via del risveglio e della benedizione per tutto il mondo!
Il Signore dice: «Io mi compiacerò di voi come di un profumo di odore soave, quando vi avrò fatti uscire di mezzo ai popoli e vi avrò radunati dai paesi nei quali siete stati dispersi; e sarò santificato in voi agli occhi delle nazioni.» (Ezechiele 20:41)
«Io santificherò il mio grande nome, profanato fra le nazioni, che avete profanato nel loro mezzo. Le nazioni riconosceranno che io sono il Signore – dice il Signore, l'Eterno – quando sarò santificato in voi davanti ai loro occhi. Vi prenderò dalle nazioni, vi radunerò da tutti i paesi e vi ricondurrò nel vostro paese.» (Ezechiele 36:23-24)
YYY
Se il Dio d'Israele è davvero l'unico e vero Dio, dovrà veramente mantenere tutte le Sue promesse, compresa quella di riportare il Suo popolo nella sua terra. Ne sono garanti il Suo nome santo e la Sua reputazione. Perciò, quando il Signore ci pone in quest'opera santa dell'Aliyah, diventiamo con forza testimoni della fedeltà del Dio d'Israele e diamo onore al Suo nome. Chi vuole lasciarsi chiamare da Dio per questo santo lavoro?
Autore |
Wayne Hilsden è membro del consiglio d'amministrazione del ‹Fondo d'Aiuto Ebenezer› e senior pastor della comunità ‹King of Kings› di Gerusalemme. Traduzione Sandro Ribi. |
Pubblicazione |
Prima pubblicazione:
9 luglio 2004. |
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