Una storia pratica che rivela alcuni ostacoli all’adempimento della preghiera.

Dio aspetta una purificazione

Un vagone deraglia. Perché?

Non assistemmo soltanto a miracoli “positivi”, ma anche a molti negativi. Ci sembrava, e ci sembra ancor oggi così, che Dio deve spesso creare degli ostacoli, dove non ce ne sono affatto, deve chiudere porte che per altri sono già aperte, erigere barricate, dove il cammino appare libero ai nostri occhi. E tutto ciò perché l’amore di Dio ci vuole donare in quantità maggiore di quanto ci serve. L’amore paterno di Dio vuole riempirci della sua divinità, affinché la sua immagine, per la quale siamo stati creati e redenti, si irradi nuovamente dalle nostre persone. E perciò deve educare noi peccatori. Simili prove dolorose influenzano profondamente la vita di ogni giorno.

Avvenne una volta – così raccontano le suore –, che lavorando alla costruzione della cappella che il pesante vagoncino ribaltabile cominciasse a deragliare spesso, anche se noi, nella tenda, pregavamo alternativamente per la buona riuscita del lavoro. Poiché il vagone pesava parecchi quintali, per noi suore era un lavoro massacrante e lungo rimetterlo a posto. Alla fine il nostro forzo divenne così faticoso e inutile, che la nostra superiora esclamò: “Così non si può andare avanti! Venite tutte nella tenda.”

Lì pregammo tutte insieme e chiedemmo a Dio di spiegarci perché il nostro lavoro non appariva più benedetto da lui. La spiegazione fu trovata nel fatto che alcune suore avevano qualche cosa contro le altre e che avevano litigato. Per esempio, una aveva lavorato più adagio o più in fretta delle altre, oppure aveva gettato un po’ di sabbia negli occhi per imprudenza o non aveva rimesso ben in ordine gli attrezzi, e altre cose ancora. Tutto ciò era accaduto senza chiarire e perdonare; al contrario aveva dato luogo a pensieri irosi, a critiche e a giudizi, creando così tensioni piccole e grandi tra di noi, mancanze contro la carità, che impedivano l’innalzarsi della preghiera verso il cielo. Ora questi peccati contro la carità, cioè l’elevarsi a giudice degli altri, ci apparvero come una colpa. E quando finalmente ci chiedemmo perdono a vicenda e tornammo, nella grazia di Dio, al nostro lavoro, il nostro vagone non uscì più una sola volta dal binario.

Un altro giorno il mescolatore del cemento si fermò e non riuscivamo a farlo azionare. Tutti i tentativi furono vani, come pure gli sforzi di coloro che se ne intendevano abbastanza. Ciò durò un giorno e mezzo, e siccome in quella costruzione ogni ora era preziosa, ci accorgemmo che il Signore doveva essersi inquietato con noi e quindi non poteva esaudire le nostre preghiere. Risultò infatti che non avevamo trattato con comprensione un nostro operaio che ci aveva aiutate in lavori temporanei. Nessuna lavorava volentieri con lui. Quando nella preghiera comune chiedemmo perdono di ciò al Signore, la macchina incominciò a funzionare da sola, senza che qualcuno l’avesse toccata.

Comprendemmo da quali premesse Dio faccia dipendere l’esaudimento della preghiera, secondo la sua parola: “Gli occhi del Signore sono sopra i giusti e le sue orecchie sono attente alle loro preghiere; ma il volto del Signore è contro coloro che fanno il male” (1 Pietro 3:12).

Vergognose dei miracoli operati da Dio per educarci, imparammo tutte, allorché il Signore non ascoltava le nostre preghiere, a chiedergli: “Che cosa ti impedisce di esaudire le nostre preghiere?”

Per questo, tutte le preghiere di quel giorno nella tenda erano state vane, perché non avevamo preso sul serio ciò che Gesù aveva detto sulla condizione della preghiera. Ma Gesù ci fece comprendere che Egli prende sul serio la sua padronanza del mondo e che non esaudisce le preghiere dei cuori che non sanno perdonare.


Autore - fonte Madre Basilea Schlink (1904-2001), è un capitolo tratto dal libro “Dio fa miracoli”, Casa editrice Massimo, Milano.
Madre Basilea Schlink è stata co-fondatrice della Comunità delle Sorelle di Maria,
POB 130129, D-64241 Darmstadt, email info@kanaan.org; web www.kanaan.org
Pubblicazione prima pubblicazione sul web settembre 2001 - ultimo aggiornamento 06.04.09
Osservazioni Commento al libro: “Dio fa miracoli” (il titolo tedesco dell’opera è “Realtà” – l’operare di Dio sperimentato oggi), scritto dalla fondatrice della comunità monastica evangelica delle “Sorelle di Maria” (Marienschwestern) di Darmstadt, nell’Assia, in Germania, è il racconto sconvolgente, per noi uomini moderni condizionati dalla realtà quotidiana, dell’azione miracolosa di Dio a favore di questa comunità, dal giorno della sua fondazione nel dopoguerra sino ad oggi.
La comunità delle “Sorelle di Maria”, testimonianza viva della riscoperta della vita monastica da parte del protestantesimo (basti accennare a quella più nota di Taizé, in Francia), raggruppa delle sorelle di ogni età che vivono insieme il Vangelo, mettendo in comune ciò che ognuna ha di spirituale e di materiale, nella semplicità più assoluta, attendendo tutto dalla bontà di Dio, il Padre, e donando ciò che ricevono, nella castità perfetta, per essere sempre e completamente disponibili.
Mons. Alberto Bellini, consultore del Segretario per l’unione dei cristiani ed esperto nei problemi protestanti, termina la sua introduzione affermando: «I cattolici italiani non potranno che trarre giovamento dalla storia di queste “Sorelle di Maria” che vivono la loro vocazione come fede in Dio e come servizio agli uomini, ai quali con la loro carità testimoniano la potenza e la bontà di Dio.»
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