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AIUTO SVIZZERO PER
MADRE E BAMBINO SCHWEIZERISCHE HILFE
FÜR MUTTER UND KIND AIDE SUISSE POUR LA
MÈRE ET L'ENFANT AGÜD SVIZZER PER
MAMMA E UFFANT |
Aiuto svizzero per madre e bambino Casella postale 4011 Basilea tel 061 703 7777 fax 061 703 7778 web www.mamma.ch email info@mamma.ch |
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NO Eliminare come soluzione? La «Soluzione dei termini»: ¡
Legalizza la violenza sul bambino indifeso, contro ogni
principio di dignità umana e in grossolana violazione della nuova
costituzione federale (Art. 10: «Ognuno ha diritto alla vita»!). ¡
Trasforma il
grembo materno a cella della morte, il posto più pericoloso del mondo, dove è
permesso uccidere esseri umani senza fornire
ragioni. ¡
Si appella all’alibi morale dello «stato di bisogno»: lo
stato di bisogno provato dalla donna non viene verificato, né la donna riceve
l’aiuto necessario per essere sottratta da tale stato di bisogno. ¡
Permette
alle giovani di
età inferiore a 16 anni di ricorrere all’aborto contro il volere e
all'insaputa dei propri genitori. ¡
È
un insulto alle conoscenze scientifiche, secondo le quali l’essere umano è tale fin dal primo momento (e non
inizia semplicemente con un ammasso amorfo di cellule!). ¡
È arbitraria e
rende la donna giudice in causa propria, padrona
della vita e della morte del proprio figlio. ¡
Costringe ad una equivoca etica professionale medici e
ostetriche, che adesso sono chiamati ad uccidere, anziché a salvare la vita. ¡
Moltiplica
il numero degli aborti; solo
una proibizione di uccidere e un’offerta di aiuti concreti sono conformi alla
natura umana ed hanno un effetto di prevenzione. ¡
Permette l’aborto fino a immediatamente prima del parto! Dalla
12a settimana fino a immediatamente prima del parto
è sufficiente solo una dichiarazione del medico che pratica l’aborto (non più
una perizia medica!), attestante che la donna si trova in un «grave stato
psichico di bisogno» (interpretazione?), per rendere possibile un aborto
tardivo. In un parto prematuro la possibilità di sopravvivenza sussiste già
per un bambino di 22 settimane! ¡
Promuove in Svizzera una mentalità avversa ai bambini: l’Ufficio
federale di statistica prevede per l’anno 2050 solo 4,7 milioni di cittadini
svizzeri. Fino a tale epoca ci saranno stati in Svizzera circa un milione di
bambini abortiti! Solo un chiaro NO alla soluzione dei termini/soluzione
omicida servirà ad evitare il peggio! |
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Madre Teresa all’ex Presidente Bill Clinton (3
febbraio 1995): «Se accettiamo che una madre possa uccidere il proprio figlio, come potremo poi volere che altre persone non si uccidano tra loro? ... Ogni paese che accetta l’aborto insegna al proprio popolo l’impiego di qualsiasi forma di violenza pur di raggiungere ciò che si desidera.» La mentalità abortiva è una macchia nella cultura umanitaria del nostro tempo, è… ... un oltraggio alla libertà personale, poiché rifiuta ad un individuo il diritto di crescere e svilupparsi ... la negazione della pace, poiché è guerra contro i più piccoli ... ostilità verso la donna, per i devastanti effetti sulla psiche ... disprezzo degli altri, poiché conduce l’individualismo all’eccesso della distruzione del più debole ... arroganza, poiché pretende di decidere sulla vita altrui ... un affronto ecologico, poiché aggredisce un essere vivente nel suo proprio ambiente di vita del grembo materno |
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1. Essere umano o ammasso di cellule?Il bambino prima
della nascita è solo «un ovulo fecondato, un ammasso di cellule», oppure un
essere umano? |
La ricerca genetica
ha dimostrato che dopo la fusione tra le due cellule germinali, l'esistenza
dell'essere umano generato non si modifica più, ma solo continua a
svilupparsi (Werner Arber, premio Nobel). Fin dal primo momento
l'embrione è un «esponente del genere umano». La «Legge fondamentale biogenetica» di Ernst Haeckel (1866), secondo
la quale il bambino nel corso del suo sviluppo prima della nascita percorre tutte le
tappe di una possibile evoluzione, dall'ameba al pesce, ai
vertebrati inferiori, alle scimmie, per arrivare infine all'uomo, è stato
smentita come uno dei più grossi sbagli della storia medica.
Dal momento della fusione tra le due cellule
germinali ha inizio uno sviluppo che senza interruzioni e inversioni procede
fino a età avanzata e termina solo con la morte. Il 21° giorno dopo la
fecondazione il cuore del bambino comincia già a battere, dopo sette
settimane tutti gli organi sono funzionanti. Il bambino prima della nascita possiede
«l'appartenenza alla comunità di diritto» (prof. Pedrazzini). Ha tutta la
dignità di essere umano. Da ciò consegue la sua esigenza a una protezione
giuridica. |
2. Gravidanza insostenibile?Ci sono
situazioni per le quali è impensabile che una donna possa portare a termine
la gravidanza? |
Gravidanze impreviste possono effettivamente
condurre a situazioni di bisogno, che pongono le donne di
fronte a difficili problemi. In tali casi è necessario un rapido aiuto e la
comprensione da parte delle persone vicine. Però l'aborto non è mai una
soluzione, bensì sempre un atto di grande iniquità: per il
bambino l'aborto è ancor più che una violenza, è la sua fine brutale
e cruenta. In base a queste considerazioni la situazione di bisogno
della madre deve venire ripensata. La soluzione che rispetta la dignità umana
è: predisporre il necessario aiuto per la madre e assicurare un'adeguata
protezione giuridica per il bambino. ¡
Altro è il caso di una situazione eccezionale, come un
acuto pericolo di vita per la madre, dovuto a ragioni fisiche e non
altrimenti evitabile. In una tale evenienza si parla di misure immediate
atte a salvare la vita, le quali non causano alcuna colpa, anche se in
determinate circostanze possono provocare la morte del bambino. |
3. Autodeterminazione?Deve disporre la donna
del diritto di autodeterminazione sul proseguimento della gravidanza? |
Dal diritto di
autodeterminazione non può derivare il diritto di uccidere un bambino prima
della nascita. Il bambino non è proprietà della donna. L'autodeterminazione
può riferirsi solo alla propria persona (il proprio ventre) e mai al bambino. Lo slogan femminista «Il ventre è mio»
sta a significare che il bambino prima della nascita non può accampare alcun
diritto sul ventre della madre. Un tale concetto è in contraddizione con il
comune senso di giustizia: se la legge sull'esecuzione e quella sui
fallimenti prevedono che al debitore insolvente non possono essere
sequestrati il letto, il tavolo, gli abiti, il minimo esistenziale ecc.,
anche al bambino prima della nascita non può essere tolto il minimo
esistenziale (cioè il grembo materno), senza il quale non può vivere. L'istanza al diritto di autodeterminazione è il
voler esercitare il potere del più forte ai danni del più debole. |
4. Costrizione statale a partorire?Esiste veramente
una «costrizione statale a partorire»? |
Lo stato non
costringe a partorire, protegge solo la vita dell'individuo come massimo
bene. Partorire è la determinazione dell'uomo e della donna nel momento in cui
generano il bambino. Infatti, una volta generato, il bambino deve
essere in ogni caso partorito: i fautori dell'aborto vogliono che sia
partorito morto, gli avversari dell'aborto vogliono che sia partorito vivo. Non il parto è contro
la dignità umana, ma l'uccisione di un bambino indifeso. |
5. Aborto dopo violenza carnale?Si può ammettere
l'impunità dell'aborto conseguentemente ad una violenza carnale? |
Fondamentalmente la donna non ha alcuna colpa per
l'atto di violenza da lei subito. Neanche il bambino ha colpa, né porta
alcuna responsabilità per il reato del padre (la corresponsabilità dei
congiunti è una figura giuridica del passato, ora non esiste più). Non si può
nemmeno pensare che la madre voglia vendicarsi sul figlio per il torto da lei
subito. I gravi traumi
provocati dalla violenza carnale non possono essere sanati con l'aborto.
L'aborto non ha alcun valore terapeutico e non è una medicina. Al contrario: alla
dolorosa esperienza dell'oltraggio patito si aggiunge quella dell'aborto, per
la donna una sofferenza doppia che, come mostrano i casi reali, può portare
al limite della disperazione. Ci sono donne che in seguito ad una violenza
subita necessitano di un trattamento psichiatrico ospedaliero, però nei
circoli medici è noto che per la maggioranza delle donne curate in cliniche
psichiatriche svizzere, all'inizio dell'infermità c'è stato un aborto. Secondo l'Ufficio federale di statistica, nel
1999 furono denunciati in Svizzera complessivamente 447 casi di violenza
carnale. Varie analisi scientifiche hanno mostrato che per 100 casi di
violenza carnale si sono avute in media 0,08 (!) gravidanze. Quindi i casi
denunciati hanno portato, secondo un calcolo puramente statistico, max. una
gravidanza. Si deve anche osservare che non tutte le donne violentate e rese
gravide sono propense ad abortire. È quindi sproporzionato addurre
l'argomento «violenza carnale» per legittimare una normativa dell'aborto che
causa più di 12'000 morti all'anno. Anche se i nove mesi della gravidanza significano
per la madre un continuo richiamo alla memoria della violenza subita, dopo
questi nove mesi, al termine della gravidanza, la donna che avrà lasciato
vivere il suo bambino sarà anche riuscita a evitare una rovina ancora
maggiore della propria vita, e avrà potuto, se lo vuole, dare la felicità
dell'adozione a una coppia senza figli. |
6. Criminalizzazione della donna?Si deve
respingere la penalizzazione dell'aborto perché questa porta alla
«criminalizzazione» della donna? |
Non è chiaro come sia possibile proteggere la vita
del bambino prima della nascita senza ricorso ad articoli del codice
penale, mentre gli articoli del codice penale sono notoriamente
irrinunciabili per una sufficiente protezione della vita del bambino dopo la
nascita. Si pone solo la domanda di chi debba essere
l'oggetto della sanzione. La risposta più ovvia appare quella che indica come
punibile la persona che compie l'atto di uccidere il bambino o che
contribuisce in modo determinante all'uccisione. Di regola questa persona non
è la donna bensì il medico, che per l'etica professionale del giuramento
d'Ippocrate o del giuramento di Ginevra riguardante i medici sarebbe
obbligato all'incondizionata (!) protezione della vita «a cominciare dal
concepimento». L'azione della donna invece ricadrebbe di regola solo sotto la
voce di «favoreggiamento» o «complicità». |
7. Aborti illegali?Si deve rendere
impunibile l'aborto allo scopo di non costringere la donna all'illegalità? |
L'eventualità
dell'aborto illegale non è una ragione sufficiente per abrogare le sanzioni
per il reato. Anche altre forme di illeciti meno gravi, come per esempio il
furto o la frode, non scompaiono solo col venire dichiarati impunibili. Nel passato la donna che si sottoponeva ad un
aborto illegale rischiava di morire per dissanguamento. Oggi in Svizzera non
è questo il pericolo dell'aborto, anche per la diversa situazione sanitaria
nel paese. L'Istituto Alan Guttmacher dei fautori americani dell'aborto
calcola per il 1990 che in tutto il mondo muore in media una donna ogni 8'333
aborti illegali. Si può giustamente presumere che per la Svizzera questa
probabilità sia enormemente più a favore della donna. Per cui, anche se tutti
gli aborti odierni in Svizzera fossero compiuti illegalmente, non ci sarebbe
una sola donna che di conseguenza rischia la vita. Invece è un dato di fatto che per gli aborti
cosiddetti legali lasciano ogni anno la vita 12'000 e più bambini. |
8. Conseguenze psichiche?Sono veramente
rari i casi in cui l'aborto ha conseguenze negative sulla salute fisica e psichica
della donna? |
Un aborto è
un'ipoteca per tutta la vita. Uno studio della Clinica ginecologica
universitaria di Würzburg (Dr. M. Simon) effettuato su 110 donne dopo un
aborto ha rilevato per un 80% di loro possibili danni psichici conseguenti
all'aborto e per un 60% la presenza di sensi di colpa per l'aborto. I postumi psichici di un aborto si presentano con
uno o anche più sintomi contemporanei, come sensi di rimorso e di colpa,
autocondanna, cambiamenti di umore, depressioni, pianto immotivato, stati
ansiosi e sogni angosciosi. I sintomi psichici possono anche essere
accompagnati da molteplici disturbi funzionali. |
9. Aborti da sempre?Il fatto che gli
aborti ci sono sempre stati è una ragione sufficiente per autorizzarli? |
È indiscusso che gli aborti ci sono stati in ogni
tempo. Anche altri crimini (violenza carnale, rapina, abuso sui
minori ecc.) esistono da sempre, ogni giorno e in tutto il mondo, malgrado
tutte le comminazioni di pene, però a nessuno verrebbe in mente di dichiarare
questi atti penalmente non perseguibili. Contro questi ci sono invece le
necessarie sanzioni. Per proteggere il più debole dagli abusi del più forte.
Chi fa dipendere l'osservanza dei diritti
fondamentali e dei diritti dell'uomo dalla loro attuabilità favorisce soprattutto
quelle forze della società che si orientano più alla prepotenza che al
diritto. Il diritto è però proprio l'ultima ancora di salvezza dei più
deboli. |
10. Più è libero meno si fa?È vero che una legislazione
più permissiva in fatto di aborto riduce il numero di aborti? |
È vero il contrario: quanto più «larga» è
la legge sull'aborto tanto più aborti ci sono. In nessun paese del mondo si è
dato che con il mitigamento delle disposizioni penali il numero di aborti si
sia ridotto. Ciò sarebbe anche logicamente impossibile. Negli Stati Uniti, dopo la liberalizzazione nel
1973 il numero di aborti passò in pochi anni da 150'000 a 1,6 milioni
all'anno. In Olanda gli aborti delle donne abitanti continuano tuttora ad
aumentare. Solo in totale sono momentaneamente diminuiti, e questo perché
sempre meno donne straniere si recano in Olanda per abortire. In Germania
dopo l'introduzione della «soluzione dei termini» il numero di aborti è
aumentato e si è stabilizzato ad alto livello. Situazioni simili si osservano
in tutti i paesi. Che invece la comminazione di pene sia un mezzo idoneo per ridurre il
numero di aborti è mostrato dall'esempio della Polonia: dopo che nel passato
il regime comunista aveva liberalizzato quasi completamente l'aborto, negli
ultimi anni nuove leggi hanno introdotto una quasi totale proibizione, e il
numero degli aborti si è ridotto da 168'587 (1965) a 3'047 (1997), secondo le
informazioni dell'ambasciata polacca a Berna. |
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Giulia a 12 settimane |
Giulia a 5 anni |
Fonti |
Aiuto svizzero per madre e bambino |
Pubblicazione |
Prima pubblicazione aprile 2002 Ultimo aggiornamento 06.04.09 |
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